L’ambasciatore statunitense in Sudafrica ha accusato il paese di fornire armi alla Russia

Il presidente russo Vladimir Putin parla con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (Sergei Chirikov via AP, File)
Il presidente russo Vladimir Putin parla con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (Sergei Chirikov via AP, File)

Giovedì l’ambasciatore statunitense in Sudafrica Reuben Brigety ha accusato il governo di Cyril Ramaphosa di aver fornito armi alla Russia tramite una nave mercantile che aveva attraccato segretamente in una base navale vicino a Città del Capo per tre giorni a dicembre. Brigety ha detto che gli Stati Uniti sono certi che le armi siano state caricate sulla nave presso la base navale di Simon’s Town e poi trasportate in Russia. L’ambasciatore ha definito la possibilità «estremamente grave».

Finora, il Sudafrica ha mantenuto una posizione neutrale sulla guerra in Ucraina, dicendo di sperare in una risoluzione pacifica del conflitto. Negli ultimi mesi ha però dimostrato una certa vicinanza con la Russia: a gennaio il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov era stato ospitato nel paese per dei colloqui. Alcune settimane dopo la marina sudafricana ha partecipato a un’esercitazione insieme a navi da guerra russe e cinesi al largo della propria costa.

Ramaphosa ha risposto che la storia della nave «è in fase di esame e col tempo potremo parlarne», aggiungendo poi che verrà aperta un’indagine al riguardo. Già a gennaio il partito d’opposizione Alleanza Democratica aveva sollevato la questione di una nave russa che aveva fatto scalo a Simon’s Town, chiedendo chiarimenti al governo, che aveva risposto soltanto di star raccogliendo informazioni sul caso. Il ministro della Difesa sudafricano Thandi Modise aveva anche detto che la nave con ogni probabilità conteneva «un vecchio ordine» di munizioni, che dovevano però essere scaricate e non caricate a Simon’s Town.