Milo Djukanovic, il politico più influente in Montenegro degli ultimi 30 anni, è stato sconfitto alle elezioni presidenziali da Jakov Milatovic

Montenegro, Jakov Milatovic
Jakov Milatovic festeggia alla sede del suo partito a Podgorica, domenica 2 aprile (AP Photo/ Risto Bozovic)

Al ballottaggio delle elezioni presidenziali tenuto domenica in Montenegro, il presidente uscente Milo Djukanovic, il politico più influente del paese degli ultimi trent’anni, è stato sconfitto dall’ex ministro dell’Economia Jakov Milatovic. Non ci sono ancora dati definitivi: il CEMI, istituto che si occupa di sondaggi e proiezioni e che ha sede nella capitale Podgorica, dice che Milatovic ha ottenuto il 60 per cento delle preferenze. Djukanovic, comunque, ha riconosciuto la sconfitta.

Milatovic ha 36 anni ed è stato espresso dal partito centrista ed europeista Europa adesso! (Evropa sad!). In campagna elettorale aveva promesso di impegnarsi nella lotta alla corruzione, ma soprattutto di rafforzare i rapporti con la Serbia (da cui il Montenegro ottenne l’indipendenza nel 2006) e di far entrare il paese nell’Unione Europea entro la fine del suo mandato quinquennale. Il Montenegro aveva avviato i negoziati per l’adesione all’Unione con Djukanovic, che ha 61 anni, è il leader del Partito Democratico dei Socialisti (DPS) ed è stato presidente fra il 1998 e il 2003 e poi di nuovo dal 2018, nonché primo ministro per vari mandati fra il 1991 e il 2016.

In Montenegro la figura del presidente ha perlopiù funzioni cerimoniali: i risultati di queste elezioni però possono dare qualche idea in più sull’orientamento degli elettori in vista delle prossime elezioni parlamentari, previste per l’11 giugno.