(Vaughn Ridley/Getty Images)

Un altro ritiro per Naomi Osaka

L’ex numero uno al mondo non parteciperà agli Australian Open e sembra sempre più lontana dal tennis giocato

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Nel fine settimana gli organizzatori degli Australian Open, il primo torneo del Grande Slam della stagione tennistica, hanno annunciato che Naomi Osaka, vincitrice nel 2019 e nel 2021, non prenderà parte alla prossima edizione del torneo in programma a partire dal 16 gennaio.

La notizia non ha sorpreso più di tanto, dato che fino a pochi giorni fa Osaka era in vacanza in Europa e non gioca da molto, ma ha alimentato le ipotesi su un suo possibile ritiro dal tennis professionistico a soli 25 anni da poco compiuti.

Osaka non ha comunicato ancora nulla di persona. La sua ultima partita ufficiale risale però al 19 settembre, e durò appena 10 minuti per il ritiro dell’avversaria. L’ultima giocata veramente è del 29 agosto: una sconfitta al primo turno degli US Open.

In questo periodo di inattività è scesa fino al 47mo posto del ranking mondiale, eppure soltanto tre anni fa era la numero uno. Era arrivata fino a lì dopo aver vinto gli US Open nel 2018 e gli Australian Open del 2019. A quelle vittorie ne aveva poi aggiunte altre due, negli stessi tornei del Grande Slam (i quattro più importanti della stagione), per un totale di 7 titoli vinti nel circuito femminile WTA e oltre 21 milioni di dollari in premi guadagnati.

In un contesto come quello del tennis femminile, aperto a ogni risultato e senza grandi domini come si vedono da anni in ambito maschile, Osaka era ritenuta il talento più promettente, almeno fino al 2021. Proprio durante quell’anno divenne a tutti gli effetti la sportiva più pagata al mondo e fu scelta per accendere il braciere olimpico nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive di Tokyo. Ma in quel periodo iniziò anche a mostrare i primi segnali di cedimento.

Da allora Osaka ha rivelato di aver dovuto affrontare lunghe crisi depressive fin dai primi US Open vinti nel 2018. Ha poi spiegato più volte di non riuscire a gestire le pressioni del circuito professionistico, motivo per cui negli ultimi mesi di attività aveva spesso evitato di parlare alla stampa. Era successo la prima volta nel 2021 in seguito a una sconfitta agli Internazionali d’Italia. In estate, dopo il ritiro al Roland Garros, aveva saltato anche Wimbledon, ma poi aveva deciso di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, dove era stata eliminata al terzo turno, senza dare interviste.

Durante il Roland Garros dello stesso anno spiegò di essere stata circondata fin da piccola da un grande interesse mediatico, sia per il suo talento che per la sua storia particolare, e di averne risentito molto accumulando stress e pressioni sempre più grandi, aumentate enormemente dopo i suoi primi successi tra i professionisti. Osaka è infatti figlia di madre giapponese e padre haitiano, è cresciuta prima in Giappone e poi negli Stati Uniti, e fu indirizzata al tennis insieme alla sorella minore dal padre, convinto di poterne fare due atlete professioniste tramite l’allenamento costante fin da bambine, ispirato dalla storia delle sorelle Williams.

Tutto questo lo ha raccontato lei stessa in una serie di Netflix prodotta tra gli altri da LeBron James, a cui Osaka ha partecipato per potersi spiegare in prima persona, come tanti altri atleti stanno facendo in questo periodo, anche per superare momenti di difficoltà causati dalla grande esposizione mediatica a cui sono soggetti.

Da allora Osaka — che rimane la tennista della nuova generazione più seguita al mondo sui social — ha iniziato diversi progetti, che però non riguardano propriamente il tennis giocato. Ha pubblicato un libro per bambini, ha avviato una sua linea di prodotti per la cura della pelle e di recente ha fondato un’agenzia di rappresentanza per atleti professionisti che dai primi di gennaio cura gli interessi di Ons Jabeur, tennista tunisina numero due al mondo e finalista di Wimbledon.

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