Navi cargo in viaggio verso lo stretto del Bosforo, in Turchia (AP Photo/Khalil Hamra)

La Russia tornerà a garantire l’esportazione dei cereali ucraini

Mercoledì la Russia, attraverso il ministero della Difesa, ha comunicato che rientrerà nell’accordo per l’esportazione dei cereali ucraini attraverso il Mar Nero. Il governo russo aveva annunciato solo quattro giorni fa l’immediata uscita dall’accordo, ufficialmente perché non sarebbe più stata in grado di garantire la sicurezza delle navi. In realtà la decisione sembrava una ritorsione per gli attacchi di droni subiti dalla sua flotta al largo di Sebastopoli, principale centro della Crimea.

Nelle giornate di lunedì e martedì il traffico delle navi con grano e altri cereali ucraini era di fatto ripreso. Vladimir Putin aveva definito questa nuova situazione «inaccettabile», facendo temere che la sicurezza delle imbarcazioni fosse a rischio. Invece è poi arrivato il cambio di direzione della Russia, che è tornata a garantire la sua adesione all’accordo.

La nota del ministero della Difesa afferma che sono arrivate «le necessarie garanzie scritte» da parte di Nazioni Unite e Turchia che l’Ucraina non utilizzerà i corridoi umanitari per svolgere operazioni militari contro la Russia. Ci sarebbero state trattative fra i ministri della difesa russi e turchi e una telefonata fra i presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan, che ha poi confermato l’accordo. Ma la decisione di tornare sui propri passi è stata interpretata anche come una ammissione di fatto dell’impossibilità da parte della Russia di fermare le esportazioni. Nonostante l’uscita dall’accordo della Russia, infatti, le navi con i cereali ucraini avevano continuato a partire, addirittura con volumi di trasporto superiori alla norma nella giornata di lunedì.

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