Secondo l’autopsia ufficiale, Mahsa Amini non è morta a causa di percosse

(EPA/ Wael Hamzeh, ANSA)
(EPA/ Wael Hamzeh, ANSA)

Secondo la perizia di un medico legale iraniano che ha esaminato il corpo di Mahsa Amini, la donna non sarebbe morta a causa delle presunte percosse, ma a causa di un’ipossia, una carenza di ossigeno che ha provocato danni cerebrali e il rapido deterioramento di altri organi. I risultati del rapporto sono stati presentati venerdì dalla IRNA, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Iran. La famiglia di Amini, tramite il suo avvocato, ha già contestato la perizia.

Amini, che aveva 22 anni, era morta in carcere a Teheran lo scorso 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa iraniana per non aver indossato correttamente il velo. Il sospetto della famiglia e delle organizzazioni per i diritti civili è che fosse morta a causa delle percosse subite mentre era sotto la custodia della polizia: la morte di Amini ha provocato in tutto il paese ampie proteste, che sono tuttora in corso.

Il rapporto dice che la morte «non è stata causata da percosse alla testa e agli arti», come aveva sostenuto il padre, e non specifica se ne abbia subite. Dice che le condizioni di salute della donna si erano aggravate a causa di «malattie preesistenti» e che i tentativi di rianimazione non avevano funzionato, portando all’ipossia.

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