È momentaneamente vietato nuotare in varie zone della riviera romagnola dove la concentrazione del batterio Escherichia coli è superiore alla norma

Un tratto della riviera romagnola (YouTube)
Un tratto della riviera romagnola (YouTube)

Giovedì è stato emesso un divieto di balneazione temporanea in 28 tratti della costa emiliano-romagnola, dove alcune analisi dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) hanno stabilito che la concentrazione del batterio Escherichia coli è superiore ai limiti fissati dalla legge. I batteri Escherichia coli possono essere causa di infezioni di vario tipo, e interessano in particolare il tratto digerente e le vie urinarie.

Il divieto, nello specifico, riguarda un tratto nel comune di Goro (provincia di Ferrara), uno a Pinarella di Cervia e altri 26 tratti in provincia di Rimini (nei comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica).

Sono già in corso ulteriori analisi per verificare il rientro della concentrazione dei batteri all’interno dei limiti. In 6 tratti – 1 nel comune di Cervia, 3 in quello di Bellaria-Igea Marina e 2 in quello di Rimini – la concentrazione di batteri è tornata nella norma: si attendono i risultati delle altre analisi, che saranno consultabili sul sito di Arpae non appena disponibili.

Secondo Arpae la concentrazione dei batteri rilevata nei 28 tratti della costa emiliano-romagnola in questione è piuttosto anomala. Tra le possibili cause si ritiene che possa esserci la temperatura sopra la media dell’acqua, abbinata a una prolungata assenza di ventilazione e uno scarso ricambio delle acque: tutte condizioni che avrebbero favorito la proliferazione dei batteri.