Come leggere una bolletta della luce

In questa fase di rincari è diventato importante capire come risparmiare, facendo anche attenzione a tariffe poco chiare o perfino ingannevoli

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In questa fase di rincari dei costi dell’energia è diventato ancora più importante saper leggere le bollette, soprattutto per capire come possiamo risparmiare, eventualmente cambiando fornitore. Farlo però non è sempre semplice visto che le voci riportate sono numerose e non è sempre intuitivo capire a cosa fanno riferimento.

Nella bolletta della luce ci sono naturalmente le voci che identificano il fornitore e il cliente e quelle per la soluzione di eventuali problemi, come i contatti del servizio per i reclami, i guasti o le richieste di informazioni. Ci poi sono due dati che generalmente vengono letti da noi utenti: quanto dobbiamo pagare ed entro quando. Ma per capire meglio i costi, dobbiamo leggere anche le voci in cui è diviso il prezzo della nostra bolletta, quelle che spiegano nel dettaglio le condizioni economiche della fornitura.

In genere in alto a sinistra sulla bolletta, sotto al nome del fornitore del servizio, troviamo la tipologia di cliente: può essere appartenente al mercato libero o a quello di maggior tutela. Nel mercato libero, che esiste dal 2007, gli operatori offrono le tariffe che vogliono. Nel mercato a maggior tutela, invece, è prevista l’erogazione di gas e luce alle tariffe stabilite dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Il servizio finirà però nel 2024.

Nella bolletta devono inoltre essere indicate le informazioni relative alla lettura del contatore: se si è trattato di letture fatte dal distributore (effettive), dal cliente (autoletture) o se siano stimate (in questo caso dovranno essere verificate alla lettura successiva).

Nella bolletta, troviamo poi le voci in cui è diviso il costo. Sono le spese per la materia prima, quelle per il trasporto e per la gestione del contatore, le spese per gli oneri di sistema, l’IVA e le altre accise e infine il canone RAI, che però dal 2023 potrebbe non essere più in bolletta.

Nella bolletta la spesa per la materia prima energia comprende varie voci. Quelle a cui fare maggiore attenzione sono la tariffa, ovvero il costo vero e proprio dell’energia stessa (espresso in euro per kWh) che, moltiplicata per i consumi rilevati (al lordo delle perdite di rete, cioè le dispersioni di energia elettrica che si verificano durante la produzione e la distribuzione), dà la spesa totale per i consumi energetici, e i costi di commercializzazione. La tariffa e i costi di commercializzazione variano sul mercato libero a seconda dei fornitori. Alcuni di loro, inoltre, potrebbero aggiungere altre voci di costo.

Il costo del trasporto dell’energia, che include anche le spese per la lettura e la manutenzione dei contatori, non è stabilito dal fornitore. Il prezzo si calcola sommando tre elementi: una quota fissa, un’altra in base alla potenza erogata e un’ultima variabile in base al consumo (gli importi sono stabiliti annualmente dall’ARERA). Le spese per gli oneri di sistema sono invece l’importo che viene fatturato per coprire i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico, come gli incentivi alle fonti rinnovabili. Anche in questo caso i costi sono stabiliti dall’ARERA, ma trimestralmente. Per il terzo trimestre del 2022 il governo ha azzerato il costo degli oneri di sistema in bolletta nel cosiddetto “Decreto rincari”.

Per quanto riguarda le tasse, ce ne sono di due tipi: l’accisa sull’energia elettrica, che si paga in base alla quantità di energia consumata indipendentemente dal contratto o dal fornitore scelto, e l’IVA, che è invece applicata (10 per certo per gli usi domestici, 22 per cento per gli altrui usi) al costo complessivo del servizio, compresa l’accisa.

Per evitare spiacevoli sorprese in bolletta, o banalmente fraintendimenti, è importante conoscere queste informazioni, o comunque averle sotto mano quando si decide di cambiare fornitore. Nel mondo dell’energia, capita che gli agenti porta a porta e gli operatori dei call center sfruttino il fatto che la maggior parte delle persone non sa granché di tariffe, normative e mercato libero per dare informazioni inesatte e guadagnare nuovi clienti inconsapevoli. Ovviamente non tutti gli operatori si comportano in modo disonesto, e non ha senso prendersela con l’intera categoria, ma il fenomeno esiste.

Un altro aspetto a cui fare molta attenzione è quello della differenza fra tariffe a costo fisso e tariffe a costo indicizzato. Nel primo caso il costo a kWh è fisso, cioè il prezzo che paghiamo per l’energia elettrica rimarrà sempre lo stesso per tutta la durata del contratto. Nel secondo, invece, il prezzo segue l’andamento del mercato, quindi potrebbe aumentare o diminuire nel corso del tempo.

Differente è il caso della comunicazione ingannevole, come quella di chi spaventa l’utente dicendo che, con la fine del mercato tutelato nel 2024, potrebbero esserci costi inaspettati e improvvise interruzioni della fornitura, ma il cambio di fornitura è per legge gratuito e senza interruzione del servizio. 

Bisogna stare attenti anche ad altri aspetti del contratto, come la scelta di offrire tariffe molto allettanti per un periodo di tempo limitato per poi aumentarle anche di molto allo scadere della promozione, oppure scontare il prezzo di una voce della bolletta ma aumentare altre voci di costo, oppure ancora promettere una tariffa fissa modificabile unilateralmente dopo alcuni mesi.

Queste pratiche nel Regno Unito sono state definite “tease and squeeze”, cioè “stuzzicare e spremere”, da Greg Jackson, CEO e fondatore di Octopus Energy, azienda energetica britannica nata nel 2016, che cerca un altro approccio con i suoi clienti.  L’azienda ha basato la sua comunicazione proprio sull’informare gli utenti della scarsa chiarezza e trasparenza di certe offerte, come in questa campagna del 2017. Octupus Energy è arrivata in Italia nel 2021, e il CEO Giorgio Tomassetti ha spiegato così i suoi obiettivi: “Vogliamo semplificare il mercato dell’energia e agevolare l’esperienza dell’utente. Ci siamo impegnati per rendere la nostra bolletta comprensibile a tutti”.

In Italia, in questo momento di rincari del prezzo dell’energia, Octopus Energy ha scelto di proporre una tariffa luce domestica a prezzo bloccato per 12 mesi, con energia proveniente da fonti rinnovabili. A luglio arriverà sul mercato anche con una tariffa luce variabile, in modo che l’utente possa scegliere in base alle proprie esigenze. Attualmente l’offerta a costo fisso di Octopus per quanto riguarda la materia prima prevede un costo di 0,2755 euro per kWh, IVA e imposte escluse e incluse le perdite di rete, oltre ai costi di commercializzazione pari a 69 euro annuali. Qui si può calcolare la stima della spesa mensile sulla base di diversi livello di consumo. Il contratto si sottoscrive online in pochi passaggi.

Octopus fornisce dunque energia elettrica prodotta interamente da fonti rinnovabili, la cui origine è certificata in base alla Delibera ARG/elt 104/11 dell’ARERA. Il gruppo Octopus Energy è uno dei maggiori investitori in fonti rinnovabili in Europa: gestisce infatti impianti con una potenza installata di 3 GW. Al momento il gruppo ha attivato oltre 300 progetti di energia da fonti rinnovabili in 8 paesi e sta inoltre pianificando di investire entro il 2030 in nuovi parchi solari ed eolici nel Regno Unito e in altri paesi. 

L’Italia è l’ottavo paese in cui l’azienda è attiva con la fornitura di energia domestica, dopo Germania, Stati Uniti, Spagna, Giappone, Francia, Nuova Zelanda e Regno Unito. Nel nostro paese Octopus ha iniziato la sua attività con un investimento di 60 milioni di euro e prevede, nei prossimi due anni, di assumere circa cento nuovi professionisti.

L’impianto eolico di Octopus Energy nello Yorkshire, Regno Unito (Octopus Energy)