Lo Sri Lanka è ufficialmente in default, per la prima volta nella sua storia

Una manifestazione antigovernativa nella città di Colombo (AP Photo/Eranga Jayawardena)
Una manifestazione antigovernativa nella città di Colombo (AP Photo/Eranga Jayawardena)

La banca centrale dello Sri Lanka ha annunciato che il paese è entrato ufficialmente in default, ovvero lo stato di insolvenza in cui il governo di un paese non è più in grado di ripagare il proprio debito pubblico. È la prima volta che lo Sri Lanka va in default nella sua storia, cioè da quando ottenne l’indipendenza dal Regno Unito nel 1948. Già il mese scorso il governo del paese aveva annunciato di non essere in grado di ripagare i 78 milioni di dollari di interessi sul debito pubblico che scadevano il 18 aprile. Era stato però concesso un periodo di tolleranza di 30 giorni, che è scaduto mercoledì 18 maggio.

Lo Sri Lanka sta vivendo una gravissima crisi economica che va avanti da diversi mesi, e che nelle ultime settimane ha causato grosse proteste tra la popolazione. Le proteste hanno portato alle dimissioni del primo ministro Mahinda Rajapaksa, sostituito successivamente da Ranil Wickremesinghe. Entrambi fanno parte del Partito della Libertà dello Sri Lanka, nazionalista e di centrosinistra.

In Sri Lanka il tasso d’inflazione annuale ha raggiunto il 21 per cento, diventando il più alto della regione dell’Asia Pacifico. Per avere un’idea della cifra, basti pensare che all’interno dell’Unione Europea la Banca Centrale Europea raccomanda di mantenere il tasso d’inflazione entro il 2 per cento. Il risultato è stato un aumento incontrollato dei prezzi dei beni essenziali come riso e latte, una sempre maggiore mancanza di cibo e beni di prima necessità (con gli scaffali dei supermercati vuoti o quasi vuoti), così come di carburante e medicine.

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