Una canzone degli Electrasy

E anni divertenti

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Secondo un articolo di Vulture non ci rendiamo conto del valore di Sheryl Crow. Non è che mi abbia proprio convinto: ma è sempre interessante constatare quanto siano personali le proprie passioni.
Pensa entrare in un bar e trovare questa situazione (Glen Hansard lo sapete, Paddy Reilly è un’istituzione irlandese, il contesto era questo ).
Oggi 40 anni fa uscì Hungry like the wolf dei Duran Duran duddu-dudu-duddudu . 1982, fu un anno divertente pure quello.

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Electrasy

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Il Duemila fu un anno divertente e apparentemente rivoluzionario, a esserci dentro: e quanto sembra ingenuo a vederlo da qui. A parte lo sbilenco allarme mondiale per il Millennium bug , le trasformazioni digitali ci sembravano ancora pazzesche e tutte eccitanti. Io ero a Milano da poco e dopo un primo periodo di scoperta del traffico illegale di musica sui protocolli che allora si chiamavano FTP (ci si metteva un tempo infinito ma era una cosa mai vista e insperata), era arrivato Napster, di cui scrissi precocemente sul Foglio e su Panorama. Non si era mai vista la possibilità di ascoltare immediatamente e con relativa facilità la musica di cui si leggeva sulle riviste senza doverci spendere preventivamente dei soldi o senza implorare dei commessi seccati che ti permettessero di aprire il cellophane e far fare qualche giro di preascolto ai vinili (alcuni lo permettevano con maggior consuetudine, ma non era praticissimo, visto da oggi).

Prima di allora, la bolla delle proprie conoscenze musicali si estendeva molto più lentamente e parzialmente, e ascoltavamo quasi solo cose che conoscevamo bene. Dopo di allora, ci siamo messi ad ascoltare e amare canzoni di cui a volte neanche ricordiamo il titolo, e più spesso ignoriamo dettagli e provenienze. Degli Electrasy, per esempio, non ho mai più sentito parlare, e chissà quale recensione mi portò a scaricare il disco, una cosa di rock tradizionale ma travolgente a cui sono ancora affezionato. Ora, indagando, ricostruisco che erano inglesi, pur suonando americani (e infatti andarono forte anche negli Stati Uniti, per un attimo, con questo disco), e che in effetti sono spariti poco dopo. E vedo che il disco fu prodotto da Matthew Wilder, versatile musicista newyorkese che aveva fatto il botto con una canzonetta leggerina nel 1984.

Comunque le due cose migliori del disco – onesti pezzoni rock con belle scelte melodiche, niente di straordinario – erano Cosmic castaway e questa ” power ballad “, come chiamano appunto quelle ballatone rock che ai concerti tutti saltano e cantano in coro. E non mi dispiacerebbe essere a un concerto degli Electrasy, nel momento in cui lui riattacca il refrain urlando “She’s the only one for me and she’s got everything I need!”: nel Duemila, magari, che fu un anno divertente, quasi quanto il 1982.

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