Una canzone di Enzo Jannacci

E due speranze nel cuore

(CLAUDIO ONORATI / ANSA / PAL)
(CLAUDIO ONORATI / ANSA / PAL)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Non è che ti passi tutto addosso, solo perché finisci a fare questo lavoro di riferire i fatti del mondo ogni giorno. Meno che mai in questi giorni. Ma fatte le dovute proporzioni, neanche quel giorno di dieci anni fa (Emanuele Menietti al Post sorveglia l’archivio di tutte le conversazioni).

(Qui la volta che parlammo di Lucio Dalla).
Ieri per un’associazione mi sono chiesto che ne fosse del cantante dei Fine Young Cannibals: ogni tanto si vede riaffiorare chiunque e lui mai, almeno io. Ho trovato questa intervista di un anno fa: fa cose, un po’ in sordina.
Un servizio Rai stupendo del 1974 sul tour del complesso dei Genesis che va portando avanti un certo discorso (grazie a chi me lo ha segnalato).
Daryl Hall e Dave Stewart (Dave Stewart degli Eurythmics) a casa del primo che suonano Here comes the rain again (non all’altezza, ma come fai?).

Ho appena visto un video dell’Ucraina che boh, mi chiedo, nella banalità disarmata del pensiero, che ci stiamo a fare qui a parlare di canzoni e bellezza. Forse ha ragione Giorgio Armani.

Mario
Enzo Jannacci

Mario su Spotify
Mario su Apple Music
Mario su YouTube

Quindi non so se la commozione viene dall’aria che tira o dalla bellezza di Mario di Jannacci: o dai ricordi, che il disco lo comprammo a quattordici anni insieme a mia cugina Francesca (ieri era il suo compleanno: approfitto per informare i parenti che si fossero dimenticati), a Bologna, immagino da Nannucci. Era il disco che aveva dentro Io e te ed Ecco tutto qui e tutta la loro tristezza, mamma mia. Ma anche quegli intermezzi fantastici, compreso Guido Nicheli. Ora mi state facendo passare la serata a guardare cose di Jannacci, sciagurati. Su Mario mi limiterò a incollare quello che ne scrissi in Playlist.

Mario è un adorabile personaggio gucciniano (inventato, con Roberto Dané e Danilo Franchi, da Pino Donaggio, quello di “Io che non vivo più di un’ora senza te”, e delle colonne sonore di Brian De Palma): la canzone lo mette di fronte ai suoi pensieri, a quello che è stata la sua vita, alle sue piccole speranze e ai suoi grandi dolori, e al mondo intorno a lui.
“Mario, io ti vedo alle sei di mattina girare, te e la tua bicicletta. Mario, due speranze nel cuore: un po’ di giardino e un sogno, la tua casetta. Alla sera ti fermi nel bar qui vicino, giusto per bere un bicchiere. E nel bianco degli occhi, nel rosso del vino, muoiono le sere”. A chiudere, la trovata metaletteraria: “Mario, non ti resta che ascoltare l’eco che hanno messo nel finale-e-e-e”.

Mario su Spotify
Mario su Apple Music
Mario su YouTube