Alexei Navalny, al centro in piedi, durante l'udienza di martedì (AP Photo/Denis Kaminev)

È cominciato un altro processo contro Navalny

Il principale oppositore politico di Vladimir Putin rischia altri 15 anni di carcere per appropriazione indebita

È iniziato in Russia un nuovo processo contro Alexei Navalny, il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin, che si trova in carcere dal gennaio dello scorso anno e che è già stato condannato a tre anni e mezzo di prigione per aver violato la libertà vigilata, un’accusa che tutti gli osservatori internazionali hanno giudicato pretestuosa. Secondo i suoi sostenitori, il fatto che il processo sia stato indetto mentre la comunità internazionale è concentrata sulla crisi in Ucraina potrebbe ridurre l’attenzione nei confronti di Navalny, e metterlo maggiormente a rischio.

Nel nuovo processo, la cui prima udienza si è svolta martedì nel carcere IK-2 dove si trova Navalny, non lontano da Mosca, l’accusa nei confronti dell’oppositore russo è di appropriazione indebita, per aver rubato i soldi delle donazioni fatte a favore della FBK, la sua fondazione contro la corruzione politica, e di aver insultato una giudice in un precedente processo. Se condannato, Navalny rischia altri 15 anni di carcere.

Secondo l’accusa, Navalny avrebbe sottratto 4,7 milioni di dollari (4,1 milioni di euro) dalle donazioni fatte alla sua fondazione, che peraltro dallo scorso giugno è stata dichiarata illegale in Russia. Navalny e i suoi difensori hanno sempre negato questa accusa sostenendo che, come anche quelle che avevano portato alla sua condanna, sia motivata politicamente.

L’accusa di aver insultato una giudice è invece un caso separato, che verrà comunque trattato nel corso di questo processo: Navalny è accusato di aver insultato la giudice Vera Akimova dopo che questa a febbraio lo aveva condannato a pagare una multa di 50mila rubli (circa 9.400 euro) per aver diffamato sui social network un veterano della Seconda guerra mondiale.

Dato che l’udienza si è svolta in carcere, Navalny è stato costretto a partecipare indossando una tuta da prigioniero. All’udienza era presente anche sua moglie Yulia Navalnaya, che ha potuto brevemente abbracciare, e ai giornalisti e ai suoi avvocati non è stato permesso di portare telefoni o computer nell’aula.

«Non sono stato ancora ritenuto colpevole, ma mi fanno presentare con la divisa da prigioniero, così una nonna che guarda in televisione penserà “beh, è ​​già in prigione”. L’unico crimine che posso aver commesso è di non aver avuto paura. Non ho paura di voi e invito chi sta guardando questo video a non aver paura», ha detto Navalny durante il processo rivolgendosi alle telecamere di sorveglianza che lo riprendevano.

Maria Pevchikh, una collaboratrice di Navalny, ha detto al Guardian che ora che l’attenzione della comunità internazionale è spostata sulla crisi in Ucraina Navalny corre maggiori rischi: «Il pericolo per la vita di Navalny, cioè la possibilità che sia ucciso in prigione, aumenta esponenzialmente a seconda di quello che succede in Ucraina», ha detto.

Alexei Navalny, che ha 45 anni, era stato arrestato nel gennaio del 2021 dopo essere tornato nel suo paese dalla Germania, dove si trovava per curarsi da un grave avvelenamento che, secondo le inchieste ben documentate di diversi media, era stato organizzato dai servizi di sicurezza russi.

Dopo un breve processo, a febbraio era stato condannato a tre anni e mezzo di carcere per aver violato la libertà vigilata, un’accusa che lui e i sostenitori ritengono sia pretestuosa e dovuta solamente al suo attivismo politico contro Putin. Dopo la condanna di febbraio, Navalny aveva accusato Putin di aver cercato di ucciderlo, facendolo avvelenare dagli agenti dei servizi di sicurezza, e aveva detto che il suo arresto era solo un modo per spaventare chi si batte per la democrazia in Russia.

Continua sul Post