Una canzone di Janis Ian

La seconda con questo titolo che compare in questa newsletter

(Kevork Djansezian/Getty Images)
(Kevork Djansezian/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Un po’ di dati ed elementi sui successi del vinile di questi anni, ancora in crescita nella loro piccola ma soddisfacente nicchia.
C’è una canzone nuova di Elvis Costello (migliore del baccano molesto a cui si era dedicato ultimamente) che anticipa il disco che esce a gennaio.
Gli Human League, che nel frattempo sono tuttora in tour (hanno tra i 58 e i 66 anni), hanno raccontato al Guardian la storia di Don’t you want me. Che fu un pezzone, ma anche l’unica cosa davvero buona che abbiano fatto.
Un mese e mezzo fa (mi sono imbattuto oggi nel video) una sovreccitata Drew Barrymore ha presentato delle sovreccitate Go-Go’s alla Rock’n’roll hall of fame (che è una baracconata americana divertente come le baracconate americane, in cui tipo ti mettono ufficialmente in un museo da vivo). Anche loro tra i 63 e i 68.
Baracconata per baracconata, il “dietro le quinte” del video della canzone di Natale di Elton John ed Ed Sheeran.
I Fleet Foxes, band di Seattle di gran culto e discreti successi in questo secolo, hanno pubblicato un “disco” dal vivo del loro concerto del 2020 in una chiesa di Brooklyn: in streaming e anche in video.
Qualcuno ha notato una somiglianza tra un pezzo rimasto inedito (ma già noto) che Paul McCartney suona nelle registrazioni di Get back, e la successiva musica di Top gun.
E infine, per la centomilesima volta, i Coldplay che fanno Fix you anche questa settimana. Dai, anche Viva la vida (che potete andare direttamente a 3:15).

Joy
Janis Ian

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Ma non stavamo meglio, quando era tutto così notturno, sonnolento e gnegne, in questa newsletter? Non so se mi avete convinto, con le vostre richieste di maggiori vivacità: cioè mi avete convinto, evidentemente, ma rimango affezionato ai lunedì (poi i martedì preferisco i martedì e i mercoledì sono contento dei mercoledì, e così via).

I wish you roses in the spring
Fledglings on the wing
Fireflies that sing your name
I wish you flowers in the grass
Memories that last
Shelter from the passing rain
I wish you joy

Janis Ian ha compiuto 70 anni: ebbe dei periodi di grande successo americano, con più deboli estensioni internazionali, negli anni Sessanta e Settanta, da cantautrice folk perfetta per i tempi e di grandi bravure e dolcezze. Due sue cose belle e più famose sono At seventeen e Society’s child (canzone allora scandalosa che scrisse a 14 anni, su un amore “interrazziale”, e che ebbe enormi successi ed enormi censure). Ma prendetevi anche Stars.

Intanto in questo secolo ha fatto ancora canzoni e dischi, con la stessa voce di sempre: uno nuovo dovrebbe uscire a gennaio. Joy era in quello del 2006 che si chiamò Folk is the new black: è la seconda canzone con questo titolo che compare in questa newsletter, ma su tutt’altri toni dell’altra, toni dal lunedì. I wish you joy.

I hope the wind is at your back
Keeping you on track
That you never lack for love
I hope you walk beside your heart
Even in the dark
Guided by the stars above

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