Ma noi quest’anno, c’ammo fatto?

Come la comicità può creare empatia e spingere alla solidarietà, secondo i The Jackal

(The Jackal )
(The Jackal )

ActionAid, organizzazione internazionale indipendente dedicata a migliorare le condizioni di vita delle comunità più povere tramite l’adozione a distanza, ha lanciato lo scorso 19 novembre una nuova campagna di comunicazione attraverso il video dal titolo L’anno in cui l’Italia ha vinto tutto?, realizzato dai The Jackal, gruppo di autori, registi, attori nato nel 2005, e divenuto famoso soprattutto grazie ai loro video pubblicati sull’omonimo canale YouTube.

Il rapporto tra ActionAid e i The Jackal nasce nel 2016. Attraverso il racconto comico e il successo già consolidato del gruppo sul web, ActionAid è riuscita ad arrivare a un pubblico più ampio e più giovane, diffondendo il proprio lavoro con un linguaggio diverso rispetto alla sua comunicazione più istituzionale.

Come spiegano l’attore Ciro Priello e il direttore creativo del progetto Alessandro Grespan, il lavoro dei The Jackal per ActionAid utilizza le stesse dinamiche narrative di altri loro video. Si parte sempre dall’attualità, ad esempio eventi di cronaca, temi discussi online o sui giornali, tic linguistici diffusi. Lo spettatore – spiegano – va catturato nei primi secondi, e va poi “trattenuto” per tutta la durata del video, un obiettivo che spesso si scontra con la quantità di contenuti presenti sul web e con i tempi di attenzione degli spettatori, sempre più ridotti.

L’anno in cui l’Italia ha vinto tutto? vuole essere una parodia dei video motivazionali, e ha per protagonisti lo stesso Priello, Fabio Balsamo e Claudia Napolitano. L’idea è partire dai diversi successi registrati dal nostro Paese nel 2021, dalla vittoria all’Eurovision agli Europei di calcio, dalle Olimpiadi all’European Cricket Championship T10. C’è però una classifica, spiega il video, che ci vede agli ultimi posti: è quella presente nel rapporto CAF World Giving Index 2021, realizzato dalla Charities Aid Foundation, organizzazione benefica che fornisce servizi e assistenza a enti di beneficenza. Il rapporto si basa su interviste realizzate in tutto il mondo, e vuole misurare il comportamento solidale delle persone, tra donazioni alle organizzazioni, aiuto a persone in difficoltà e volontariato.

La classifica è un pretesto per ribaltare comicamente il punto di vista, e far leva sulla competizione: i The Jackal fanno ironicamente riferimento all’Inghilterra, che nel rapporto CAF si classifica molto meglio rispetto al nostro Paese, per spingere gli spettatori a “scollarsi dal divano” e fare attivamente qualcosa tramite l’adozione a distanza con ActionAid, aiutando così migliaia di bambini e le loro comunità, garantendo accesso ad acqua potabile, cibo, cure mediche, istruzione e diritti. La battuta finale – “Ma noi quest’anno, c’ammo fatto?” – racchiude il senso del video.

Come per gli altri video creati per l’organizzazione, L’anno in cui l’Italia ha vinto tutto? comunica l’azione di ActionAid andando oltre i meccanismi narrativi utilizzati in campagne simili. Per questo, spiega Grespan, non si cerca di suscitare “la compassione e il senso di colpa dello spettatore”. Viene invece utilizzato l’approccio tipico dei The Jackal: il racconto si basa su un cambiamento di punto di vista e un ribaltamento comico. Secondo Priello, il linguaggio comico permette di scoprire qualcosa in più della realtà, e dunque provoca una risposta più reattiva da parte dello spettatore. Questo perché la comicità – spiega sempre Priello – fa scattare subito l’empatia: “puoi imparare a conoscere un problema con leggerezza, portando per così dire sul tavolo un pensiero che avevi rifiutato”.

Questa consapevolezza in più è proprio la base del sostegno a distanza, un tipo di solidarietà che “non fai solo per senso di colpa” sostiene Grespan. È un tipo di solidarietà che crea un legame, per questo per attivarla serve “comunicare che è necessario fare qualcosa di più”. L’idea di legame empatico che i The Jackal cercano di instaurare con lo spettatore nei loro video è, secondo loro, anche alla base dell’adozione a distanza portata avanti da ActionAid.

Questo è il sesto video prodotto dai The Jackal per ActionAid, e tutti insieme possono ormai essere considerati – secondo Priello e Grespan – una vera e propria serie, che non solo racconta l’azione di ActionAid ma anche un po’ il nostro Paese, dato che i loro video si basano sempre sull’attualità. Alcuni componenti dei The Jackal hanno anche visitato alcune missioni dell’associazione, ad esempio in Ruanda. Nel Paese infatti hanno anche girato parte del video dal titolo La campagna umanitaria definitiva.

Cosa fa ActionAid

ActionAid è un’organizzazione internazionale indipendente che da più di 30 anni lavora in oltre 40 Paesi per migliorare concretamente le condizioni di vita delle comunità più povere e garantirne i diritti, producendo cambiamenti che durino nel tempo e che tengano in considerazione le esigenze delle comunità locali.

Sono oltre 105.000 i bambini sostenuti da donatori di ActionAid per l’adozione a distanza in Africa, Asia e America Latina. Le attività dell’organizzazione sono sostenute da donazioni di famiglie, privati cittadini e aziende. I progetti raggiungono direttamente e indirettamente 5 milioni di persone nel mondo.

A beneficiare dell’intervento non sono solo i bambini, ma anche le loro famiglie e le comunità in cui vivono. L’80 per cento delle donazioni per l’adozione a distanza viene destinato alla comunità dove vive il bambino con la sua famiglia e mira a garantire il diritto al cibo, a difendere i diritti delle donne, a promuovere la parità di genere, ad assicurare l’istruzione a tutti i bambini e a dare una risposta tempestiva in caso di calamità naturali e crisi umanitarie, come quella legata al coronavirus. Il restante 20 per cento è utilizzato per le campagne di sensibilizzazione e per sostenere i costi, sia operativi sia di gestione, dell’organizzazione.

I The Jackal durante la missione in Ruanda con ActionAid: