Il Camp Nou, lo stadio del Barcellona. (David Ramos/Getty Images))

Sia il Barcellona sia il Manchester City ci hanno ripensato su due sponsor di criptovalute

Nel giro di pochi giorni entrambi i club di calcio hanno interrotto degli accordi con società del settore coinvolte in guai diversi

Nel giro di un paio di giorni sia il Barcellona sia il Manchester City, due tra le più ricche e importanti squadre di calcio europee, hanno interrotto o sospeso una sponsorizzazione con due diverse società del settore delle criptovalute, in entrambi i casi per i sospetti che dietro ci fosse qualcosa di losco o opaco. Le sponsorizzazioni erano di per sé ridotte e risalivano a poco tempo fa, ma la concomitanza delle due decisioni ha riportato l’attenzione sulle possibili criticità della sempre maggiore presenza delle società di criptovalute nel calcio.

Specialmente nell’ultimo anno e mezzo, le aziende del settore delle criptovalute, le valute digitali che funzionano grazie alla tecnologia della blockchain come Bitcoin e tante altre, stanno facendo grandi investimenti nel calcio europeo. Il motivo è che i club calcistici sono perlopiù in crisi e hanno bisogno di soldi, mentre le società di criptovalute dispongono spesso di nuovi e consistenti capitali e hanno interesse a raggiungere il grande pubblico per uscire dalla nicchia in cui sono rimaste negli ultimi anni.

Ma quello delle criptovalute è un settore nuovo e che, insieme a società più grandi e dall’assetto ormai piuttosto “istituzionale”, include anche società più piccole e opache che operano al di là e al di qua del confine della legalità, sfruttando le zone grigie che offrono le leggi finanziarie di alcuni paesi.

– Leggi anche: Perché le criptovalute sono sempre più attive nel calcio

Venerdì il Barcellona ha annullato un accordo con Ownix, una società con cui era stata annunciata una collaborazione lo scorso 4 novembre per mettere in vendita degli NFT – cioè dei certificati di autenticità digitale usati per garantire la proprietà di determinati oggetti e renderli unici – collegati a fotografie particolarmente significative dei 122 anni di storia del club. Il motivo è l’arresto di Moshe Hogeg, un imprenditore israeliano collegato a Ownix e che tra le altre cose è proprietario del club del Beitar Gerusalemme. Sono stati i media israeliani a identificare Hogeg come una delle otto persone arrestate in una operazione di polizia: l’accusa è di essere coinvolto in una truffa legata alle criptovalute.

Il Manchester City invece ha sospeso – per ora temporaneamente – una collaborazione annunciata solo una settimana fa con 3Key Technologies, che sarebbe dovuta diventare un «partner ufficiale locale» per «analisi decentralizzate di trading finanziario e consulenza tecnologica». Il motivo è la scoperta che 3Key Technologies e i suoi dirigenti non hanno praticamente una presenza online né informazioni precise riguardo alla sede e ai contatti societari. Il Manchester City ha detto che, prima di ripristinare eventualmente l’accordo, farà delle indagini per verificare meglio la natura della società. Martedì scorso, dopo che erano emersi i primi dettagli della vicenda, due siti legati a 3Key erano peraltro andati offline.

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