Una canzone dei Blue Swede

Con una storia che passa da Elvis, dai Genesis e dagli Abba

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Gli U2 hanno pubblicato un breve documentario (un po’ enfatico, ma in effetti la canzone è insuperabile) su One e i suoi video. Domani saranno 30 anni dalla pubblicazione di Achtung baby, il disco che la conteneva.
Scopro sui giornali di oggi che Zucchero ha fatto un disco di cover, tipico passaggio da prepensionamento, e ora aspetto con terrore il momento in cui mi capiterà di sentire Zucchero che fa Follow you follow me.

Hooked on a feeling
Blue Swede

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Quando facevamo Condor, un programma su Radio 2 che andò avanti per sette anni, avevamo sempre intense trattative con la direzione sull’autonomia che ci era concessa nella scelta delle canzoni: la programmazione musicale nelle radio è una cosa molto rigida che, con buone e cattive ragioni, è affidata a un coordinamento quasi sempre completamente indipendente da chi scrive o conduce i programmi. Devo averlo già raccontato: a un certo punto addivenimmo a un accordo che ci faceva esigue concessioni, ma chi programmava ci prese le misure e la parte musicale del programma fu sempre più che dignitosa quando non molto buona.
Io però ho sempre solo voluto fare il deejay e quindi un po’ scalpitavo e a un certo punto scoprii che in certe fasce notturne l’intransigenza della rete era più ridotta, e insistevo molto per ottenerne occasionali spazi (“quegli orari mi servono per metterci i personaggi esclusi dai palinsesti della tv che vengono scaricati sulla radio”, mi diceva il direttore: poi dopo di lui quei personaggi cominciarono a occupare anche gli spazi diurni della radio, per aumentato potere contrattuale dei loro agenti). Tutta questa premessa perché mi sono ricordato che in una di quelle invasioni notturne (“Condor in the night“) preparai una playlist che chiamai Freaks, di canzoni “divertenti” o che almeno lo sembravano a me, per andamenti o riferimenti.

Non c’era, ma in quella playlist adesso aggiungerei senz’altro Hooked on a feeling, e la sua freakness la potete riconoscere subito nell’incipit della versione dei Blue Swede. Perché l’originale di B.J. Thomas era assai più normale, un’ottima canzonetta scritta nel 1968 da Mark James: che è quello che ha scritto Always on my mind, cosa che da sola esaurirebbe una carriera intera (ma anche Suspicious minds, tra le altre). B.J. Thomas invece era un cantante americano di diversi piccoli successi, il più noto dei quali è la sua versione di Raindrops keep falling in my head di Burt Bacharach, quella che è nella famosa scena della bicicletta di Butch Cassidy.

Ok, non è che le digressioni siano finite qui. Perché nel 1971 la canzone fu registrata da Jonathan King, che quasi nessuno di voi saprà chi sia, benché sia stato spesso nelle classifiche britanniche con canzoni e cover molto radiofoniche, abbia scoperto e prodotto band di successo, abbia fatto radio e tv, abbia avuto eclettiche visibilità pubbliche e sia stato in carcere quattro anni per abusi sessuali su minori, dopo inchieste e processi tuttora controversi. Ma soprattutto, è l’uomo che scelse il nome dei Genesis: che quando erano solo un gruppo di compagni di scuola gli chiesero aiuto (lui era stato nella stessa scuola e faceva già il cantante) e lui li battezzò e produsse il loro oscuro e fallimentare disco di debutto, poi riscoperto dai fan, che si chiamò From genesis to revelation.
Ma per quanto interessa a noi stasera, King fu quello che aggiunse pure il bislacco coro all’inizio di Hooked on a feeling così com’era stata fino ad allora (anni dopo raccontò che era andata così: lui dava al suo arrangiatore delle registrazioni in cui suggeriva il suono degli strumenti con la voce, perché non sapeva suonare niente, e quella volta il suo “uga-ciaga” decisero di tenerlo com’era).

E insomma arriviamo infine al 1974 e a questa altrettanto stramba band svedese, i Blue Swede, che nacque come accompagnamento di un cantante che mantenne poi una lunga popolarità svedese (buffo che il 1974 sia stato anche l’anno di Waterloo degli Abba): ma la band resse neanche due anni, e si limitò – per così dire – ad avere un enorme successo internazionale con la propria cover di Hooked on a feeling, e con l’inconfondibile elaborazione della trovata di King.

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