Daniela Poggiali, l’ex infermiera imputata per l’omicidio di due pazienti, è stata assolta

Daniela Poggiali all'uscita del carcere della Dozza di Bologna dopo l'assoluzione dall'accusa di omicidio, 7 luglio 2017 (ANSA/ GIORGIO BENVENUTI)
Daniela Poggiali all'uscita del carcere della Dozza di Bologna dopo l'assoluzione dall'accusa di omicidio, 7 luglio 2017 (ANSA/ GIORGIO BENVENUTI)

Lunedì l’ex infermiera Daniela Poggiali, imputata per l’omicidio di due pazienti all’ospedale di Lugo, in provincia di Ravenna, è stata assolta dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna perché «il fatto non sussiste». Della storia di Poggiali si parlò molto nel 2014 a causa di una serie di decessi avvenuti in circostanze poco chiare durante i suoi turni di lavoro. 

Poggiali, che si è sempre definita innocente, aveva ricevuto due condanne in primo grado per aver ucciso due pazienti con un’iniezione di potassio: una condanna all’ergastolo per aver ucciso la 78enne Rosa Calderoni, e una condanna a 30 anni di carcere per aver ucciso il 94enne Massimo Montanari. Poggiali si era anche fatta scattare due foto mentre sorrideva con i pollici alzati accanto a un’altra paziente che secondo i magistrati era appena deceduta. 

Per la condanna all’ergastolo Poggiali era stata assolta in appello due volte, ma in entrambi i casi le sentenze di assoluzione erano state annullate dalla Corte di Cassazione, che aveva quindi obbligato il tribunale a tornare sul caso tenendo conto delle sue osservazioni.

Lunedì la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha emesso due sentenze: con la prima ha confermato la precedente sentenza di assoluzione sul caso per cui Poggiali era stata condannata all’ergastolo, con la seconda l’ha assolta per il caso per cui era stata condannata a 30 anni di carcere. In entrambi i casi, secondo i giudici, il fatto non sussiste. I giudici hanno anche ordinato la scarcerazione di Poggiali, che al momento si trova nel carcere di Forlì, in Emilia-Romagna. Potrebbero esserci comunque altri ricorsi in Cassazione.