L’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili è stato arrestato: era appena tornato in Georgia dopo otto anni in esilio

Mikheil Saakashvili al momento dell'arresto (Ministero dell'Interno georgiano via AP)
Mikheil Saakashvili al momento dell'arresto (Ministero dell'Interno georgiano via AP)

Venerdì l’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili è stato arrestato in Georgia, dove era tornato giovedì dopo otto anni in esilio. Saakashvili è stato presidente del paese per due mandati, dal 2004 al 2007 e dal 2008 al 2013, e nel 2018 era stato condannato in contumacia a sei anni di carcere per abuso di potere. L’arresto di Saakashvili è stato annunciato dal primo ministro Irakli Garibashvili.

Impossibilitato dalla Costituzione georgiana a candidarsi per un terzo mandato alle elezioni presidenziali del 2013, quello stesso anno Saakashvili decise di lasciare il paese e di rifugiarsi in Ucraina. Nel 2014 si schierò a favore del movimento ucraino antirusso Euromaidan, ricevette la cittadinanza ucraina e venne nominato governatore della regione ucraina di Odessa. Nello stesso anno fu privato della cittadinanza georgiana e nel novembre 2016 anche di quella ucraina: quest’ultima gli era stata in seguito restituita nel maggio 2019.

Saakashvili aveva annunciato di essere tornato in Georgia giovedì, con un post su Facebook, con l’intento di fare campagna elettorale per il suo partito, il Movimento Nazionale Unito, in vista delle elezioni amministrative di sabato 2 ottobre. Nonostante abbia vissuto in esilio per otto anni, Saakashvili è considerato ancora il principale esponente dell’opposizione georgiana al partito che ha la maggioranza in parlamento, Sogno Georgiano: di quest’ultimo fanno parte il primo ministro Garibashvili e l’ex calciatore del Milan Kakhaber Kaladze, attuale sindaco della capitale Tbilisi.

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