Alessandra Mussolini sulle sue nuove posizioni progressiste

Dice che è una «ragazza di sinistra», e che ora che non è più in politica può sostenere il ddl Zan senza preoccuparsi di deludere il suo elettorato

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Alessandra Mussolini, ex parlamentare ed europarlamentare con il Movimento Sociale Italiano, Alleanza Nazionale e poi Forza Italia, oltre che nipote di Benito Mussolini, ha dato un’intervista al settimanale Vanity Fair in cui ha parlato delle sue recenti dichiarazioni apparentemente progressiste, in particolare in favore del ddl Zan contro l’omotransfobia, che negli ultimi mesi hanno destato qualche stupore, visto il suo passato da agguerrita politica di estrema destra. Mussolini ha detto che il ddl Zan «è una legge doverosa perché è un semplice prendere atto di qualcosa che esiste già nella società», che «la sessualità è un fatto personale, e anche temporaneo» e che parlando coi suoi figli ha capito che «l’orientamento sessuale non è nemmeno un tema: è come mettersi un abito che puoi cambiare, e a nessuno importa com’è».

L’intervistatrice, la giornalista Silvia Nucini, le ha chiesto se avrebbe potuto essere “una ragazza di sinistra”, volendolo, e Mussolini ha risposto: «Ma lo sono! Sono una diversamente ragazza che ha fatto battaglie nelle quali ha creduto, al di là dei colori».

Mussolini non è più in un parlamento da quando non fu eletta alle elezioni europee del 2019, e qualche mese fa ha detto che avrebbe lasciato la carriera politica. Nel frattempo ha partecipato ad alcuni programmi televisivi, in particolare Ballando con le stelleIl cantante mascherato, e si sta apparentemente costruendo un personaggio pubblico molto diverso da quello per cui si era fatta conoscere: per anni, infatti, è stata una delle più visibili personalità della destra italiana. A un certo punto in tv si vantò di essere fascista, in un confronto con l’attivista e politica Vladimir Luxuria.

Ora Mussolini dice che «prima mi preoccupavo di non deludere il mio elettorato, adesso: ciaone», e che «certe cose le ho sempre pensate, ma siccome ero pur sempre in un ambito politico, non potevo dare loro spazio». Parlando di suo nonno, ha detto che «col mio cognome ho capito subito che ci dovevo convivere quindi per convinzione, o auto convinzione, ho deciso che era un dato che dovevo rendere positivo. Anzi di più: esaltarlo».