Il colonnello Assimi Goïta durante il giuramento come vicepresidente del governo di transizione, lo scorso settembre a Bamako, in Mali (Habib Kouyate/Xinhua via ZUMA Press)

Un altro colpo di stato in Mali

Il militare che aveva guidato il golpe di nove mesi fa si è ripreso il potere, dopo avere fatto arrestare presidente e primo ministro

Lunedì sera in Mali c’è stato un nuovo colpo di stato, a distanza di appena nove mesi dal precedente. Alcuni soldati dell’esercito hanno arrestato il presidente Bah N’Daw e il primo ministro Moctar Ouane su ordine del colonnello Assimi Goïta, lo stesso militare che aveva guidato il golpe lo scorso agosto. Finora Goïta aveva ricoperto l’incarico di vicepresidente nel governo di transizione: aveva anche cercato di imporsi come capo dell’esecutivo, ma l’ECOWAS – la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, che aveva mediato l’accordo per la transizione – aveva insistito affinché fosse nominato un leader civile e aveva minacciato sanzioni in caso contrario.

Lunedì Goïta ha infranto i patti dell’accordo, prendendo di fatto il potere e imponendo di nuovo il controllo dei militari sul governo civile. Non è chiaro quali contromisure adotterà ora l’ECOWAS: per il momento una delegazione dell’organizzazione è arrivata nella capitale Bamako e ha fatto visita a N’Daw e Ouane, attualmente detenuti nella base militare di Kati. Fonti dell’esercito maliano hanno fatto sapere che durante la visita N’Daw e Ouane hanno dato ufficialmente le proprie dimissioni, probabilmente nel tentativo di facilitare la propria liberazione. L’esercito ha inoltre detto che sono in corso negoziati per la formazione di un nuovo governo.

Il colpo di stato, definito dal presidente francese Emmanuel Macron «un colpo di stato nel colpo di stato», è stato condannato dall’ONU, dell’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Tra i più interessati c’è certamente il governo francese, che nel 2012 mandò i soldati ad aiutare l’esercito maliano nella lotta contro i gruppi islamisti armati, operanti soprattutto nel nord del paese.

L’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan, alla guida della delegazione dell’ECOWAS arrivata a Bamako il 25 maggio (EPA/HADAMA DIAKITE)

Il primo colpo di stato guidato da Goïta era stato accolto con favore da buona parte della popolazione maliana: era arrivato dopo settimane di proteste nei confronti dell’allora presidente Ibrahim Boubacar Keita, che era stato accusato di corruzione, di brogli elettorali ed era considerato il responsabile della crisi economica del paese.

Quest’ultimo colpo di stato è avvenuto poche ore dopo che il primo ministro Ouane aveva annunciato un rimpasto di governo, in cui erano stati sostituiti alcuni ufficiali dell’esercito che avevano partecipato al golpe di agosto. Il rimpasto era stato deciso anche a causa di un grande sciopero nazionale che nei giorni scorsi aveva bloccato alcuni importanti settori dell’economia, e che aveva coinvolto tra gli altri bancari e dipendenti statali.

Il colonnello Goïta, che ha parlato da leader del paese attraverso un comunicato letto da un suo consigliere alla televisione pubblica, ha detto che il rimpasto di governo era stato deciso senza che lui venisse consultato e che N’Daw e Ouane stavano cercando di ostacolare la transizione nel paese. Ha anche detto che le prossime elezioni si terranno nel febbraio del 2022, come previsto.

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