Il primo ministro della Georgia, Giorgi Gakharia, si è dimesso

Giorgi Gakharia (Georgian Prime Minister Press office via AP, File, LaPresse)
Giorgi Gakharia (Georgian Prime Minister Press office via AP, File, LaPresse)

Giovedì il primo ministro della Georgia, Giorgi Gakharia, ha annunciato le sue dimissioni, dicendo di non essere riuscito a trovare un accordo all’interno del suo partito sull’arresto del leader dell’opposizione Nika Melia: Gakharia avrebbe voluto evitare l’arresto, che secondo lui rischierebbe di intensificare la crisi politica già in atto e di destabilizzare paese.

Mercoledì sera Melia era stato messo in custodia cautelare per aver violato le condizioni della libertà su cauzione, che gli era stata accordata in seguito all’accusa di aver organizzato violenze di massa durante le proteste antigovernative del 2019. Gakharia ha detto che spera che le sue dimissioni aiutino a ridurre la polarizzazione politica del paese, aggravatasi dopo le elezioni parlamentari dello scorso ottobre.

Prima delle elezioni nel paese c’erano state diverse proteste, anche violente, per chiedere una riforma della legge elettorale, che secondo l’opposizione favoriva il partito Sogno Georgiano, al potere dal 2012 e di cui fa parte anche Gakharia. A marzo 2020 era stata approvata una complessa riforma elettorale, parzialmente accettata dalle opposizioni. Le proteste però erano continuate dopo le elezioni, vinte da Sogno Georgiano: molti non avevano accettato i risultati elettorali e decine di parlamentari dell’opposizione neoeletti avevano rifiutato di entrare in parlamento, chiedendo che le elezioni fossero ripetute. In questi giorni il parlamento ha istituito una commissione che indaghi sullo svolgimento delle elezioni, e il partito di governo ha detto che accetterà di ripetere le elezioni se saranno scoperti brogli.