L’oppositrice russa Lyubov Sobol, vicina ad Alexei Navalny, è stata fermata e interrogata

L'oppositrice russa Lyubov Sobol, il 28 agosto 2020 (AP Photo/Pavel Golovkin, La Presse)
L'oppositrice russa Lyubov Sobol, il 28 agosto 2020 (AP Photo/Pavel Golovkin, La Presse)

La mattina del 25 dicembre la polizia russa ha perquisito la casa di Mosca di Lyubov Sobol, oppositrice vicina ad Alexei Navalny, e l’ha fermata per sottoporla a un interrogatorio. La notizia è stata diffusa dallo stesso Navalny e dalla rete di attivisti a lui legata, secondo cui la polizia sarebbe intervenuta contro Sobol per via del suo tentativo di parlare con Konstantin Kudryavtsev, il presunto agente dell’FSB (i servizi di sicurezza russi) che, ingannato da Navalny, ne aveva confessato l’avvelenamento avvenuto la scorsa estate.

Il 20 agosto Navalny collassò mentre si trovava su un aereo partito dalla città di Tomsk, in Siberia, e diretto a Mosca. L’aereo fu fatto atterrare nella città più vicina, Omsk, dove Navalny fu ricoverato in terapia intensiva. Dopo un periodo trascorso in coma, in un ospedale di Berlino, si era rimesso.

Secondo FBK, la fondazione anti-corruzione di Navalny, la perquisizione sarebbe cominciata alle 7 di questa mattina (quando in Italia erano le 5): dopodiché il telefono dell’oppositrice è stato spento e lei è stata portata via, mentre suo marito e sua figlia sono stati lasciati liberi. Sobol era andata all’appartamento dove pensava vivesse Kudryavtsev lunedì sera, ma non era riuscita a parlargli. In quell’occasione era stata arrestata ed era stata trattenuta per sei ore in una stazione di polizia; poi aveva detto all’agenzia di stampa Agence France-Presse di temere che fosse in corso un’indagine su di lei.

Sobol è un’avvocata e aveva annunciato la sua candidatura alle elezioni parlamentari del prossimo anno.