Le borracce sono le nuove borse?

Per farle diventare di moda (e farci usare meno bottigliette usa e getta) 24Bottles le ha portate sulle passerelle delle sfilate e a ogni stagione propone nuove collezioni

Una borraccia della collezione autunno-inverno di 24Bottles (24Bottles)
Una borraccia della collezione autunno-inverno di 24Bottles (24Bottles)

Negli ultimi due anni le borracce, oggetti normalmente associati allo sport e alle escursioni in montagna, sono diventate tutta un’altra cosa: un simbolo ambientalista della lotta alla plastica usa e getta, un tema per innumerevoli articoli di giornali e riviste, e anche uno strumento di sensibilizzazione alla sostenibilità per politici e istituzioni. Sempre più persone si sono procurate una borraccia. Lo mostrano i trend delle ricerche di Google e le previsioni economiche. Secondo le stime della società di consulenza Grand View Research, nel 2018 il mercato mondiale delle borracce valeva 8,1 miliardi di dollari; si prevede che entro il 2025 arriverà a 10,6 miliardi di dollari.

La crescita delle ricerche su Google per il termine “borraccia” dal 2016 a oggi (Google Trends)

Riassumendo, si potrebbe dire che le borracce vanno di moda. Ma sono anche diventate un oggetto di cui la moda si occupa: ormai si vedono nelle boutique, sui tappeti rossi di festival ed eventi importanti (la cantante Maggie Rogers ne aveva una di Chanel all’ultima cerimonia di premiazione dei Grammy) e sulle passerelle delle sfilate. Ad esempio, se n’è vista una durante la presentazione della collezione uomo pre-fall 2020 di Dior, lo scorso dicembre.

Una borraccia sulla passerella di Dior del 3 dicembre 2019, a Miami (Frazer Harrison/Getty Images)

Dior ha realizzato questa borraccia color verde-oro in collaborazione con 24Bottles, un’azienda di Bologna che esiste dal 2013 ed è tra i principali artefici della trasformazione delle borracce da strumento per le attività all’aperto ad accessorio alla moda. «Quando abbiamo cominciato ci siamo accorti che agganciare l’idea della sostenibilità alla moda e al bello poteva funzionare per interessare alle borracce un maggior numero di persone», racconta Matteo Melotti, uno dei due fondatori del brand.

Negli anni successivi 24Bottles ha collaborato con molte grandi case di moda. La prima, nel 2017, quindi in anticipo rispetto alla diffusione su larga scala delle borracce iniziata l’anno successivo, fu con Vivienne Westwood, brand che come la stilista da cui prende il nome è da anni molto attento all’impatto sull’ambiente della moda. Poi sono venute le collaborazioni con Emilio Pucci, Fendi, Nike, Diesel e Dior, appunto. Allo stesso tempo 24Bottles ha cominciato a proporre le sue borracce per collezioni, come fanno i marchi di abbigliamento, e come loro disegna le collezioni con due anni di anticipo, facendo ricerche sulle nuove tendenze, sui colori e le fantasie che si pensa piaceranno in futuro: ora sta lavorando a quelle del 2022, mentre sul suo sito è in vendita la collezione autunno-inverno 2020/21.

La collezione si divide in quattro filoni tematici, ognuno legato a un particolare immaginario: c’è global heritage, ispirato ai materiali e ai colori della natura; outdoor romance, che dà un’interpretazione autunnale alle sempre apprezzate fantasie floreali; organic tech, che invece riprende le linee dei tessuti più usati nella stagione fredda, e infine surrealist expedition, pensata per le borracce da usare facendo sport, escursioni e viaggi.

Ciò che unisce tutti i temi – di questa collezione come di quelle precedenti – è il design di partenza, cioè le forme che caratterizzano le borracce di 24Bottles e le distinguono dalle altre. «Oggi le bottiglie riutilizzabili sono onnipresenti – ne siamo contenti – e la nostra forma distintiva, che è un design registrato in tutto il mondo, è la nostra forza, anche se non si legge il logo», dice Melotti. Le forme per la precisione sono tre: quella della Urban, la prima borraccia di 24Bottles, e quella della Clima, la versione che consente l’isolamento termico di bevande calde e fredde, a cui l’anno scorso si è aggiunto il Travel Tumbler, pensato per portarsi in giro tè e caffè e berli con calma. Anch’esso termico, è più facile da lavare e si può usare anche per alimenti un po’ solidi, come le pappe per i bambini piccoli.

Da sinistra a destra, una Urban Bottle, un Travel Tumbler e una Clima Bottle (24Bottles)

«Il disegno di una borraccia può sembrare una cosa banale, perché somiglia a un oggetto molto familiare, la bottiglia: ma le 24Bottles hanno alcuni particolari inconfondibili: una forma minimal, pulita, senza i moschettoni delle borracce da montagna», dice Melotti. Un’altra cosa che le caratterizza è il materiale di cui sono fatte: l’acciaio inossidabile 18/8, quello più accettato in giro per il mondo per i contenitori per uso alimentare. 24Bottles ha sempre usato questo materiale perché più leggero e resistente del vetro, più sicuro dell’alluminio (che viene usato sempre meno per le borracce perché può contaminare bevande e alimenti) e più adatto, rispetto alla plastica riutilizzabile, a trasmettere l’idea che bisogna sprecare meno plastica. Inoltre permette di realizzare grafiche particolari sulla superficie, quelle che cambiano a ogni stagione.

Matteo Melotti di borracce ne ha tre, se si escludono quelle che usa per testare la durata delle vernici: «Sono sbadato, faccio cadere tutto, sono la persona adatta per metterle alla prova». Normalmente una la tiene in ufficio, una in auto e una nel borsone per andare in palestra. In questo periodo in cui le abitudini quotidiane di molte persone sono cambiate, anche le bottiglie di 24Bottles vengono usate in modo diverso, più casalingo. Le Urban si raffreddano molto velocemente in frigorifero e sono comode come bottiglie per tutti i giorni. E il loro design curato non le fa sfigurare nemmeno a tavola.

Per vedere tutti i modelli e saperne di più, qui si può visitare il sito di 24Bottles.