Un’altra canzone degli Sparklehorse

Ma rinforzata: e che pone una delicata questione filologica che riguarda i Pink Floyd

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Giovedì c’è una nuova canzone di Billie Eilish.
I dischi di propri successi rifatti con una vera orchestra sono quasi sempre inutili. Chissà perché ho scritto “quasi”, poi. Però se si tratta di Neil Diamond e di Sweet Caroline, non posso esimermi dalla citazione.
Della morte di Stefano D’Orazio sapete: qui ci sono otto belle canzoni dei Pooh, per quel che valgono.
Persino i più sereni e ottimisti tra di noi, rispetto al progresso della civiltà e alle opportunità offerte dai cambiamenti, hanno dovuto constatare nei decenni passati alcune ricadute meno promettenti dei cambiamenti suddetti, in termini di qualità dell’offerta culturale o dei toni del dibattito. Anche nella musica, e nella cultura pop, ci sono stati sbracamenti piuttosto indifendibili, e ognuno pensi agli esempi che ritiene. Ma per non cedere alle ingenuità del “pensiero nostalgico” vorrei condividere con voi un’esperienza che ho fatto stamattina, per ragioni che non so nemmeno io spiegarvi.

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