(Patrick Pleul/dpa-Zentralbild/ZB via ANSA)

Amazon ha detto che quasi 20mila suoi dipendenti sono risultati positivi al coronavirus negli Stati Uniti

Amazon ha detto che da marzo, negli Stati Uniti, più di 19.800 suoi dipendenti sono risultati positivi al coronavirus: l’1,44 per cento degli 1,37 milioni di dipendenti di Amazon e della filiale Whole Foods, compreso lo staff stagionale. Chiaramente, non è detto che i dipendenti di Amazon abbiamo contratto il virus sul posto di lavoro.

Amazon aveva tenuto i magazzini aperti anche nei momenti più difficili del contagio per soddisfare gli ordini dei clienti, che erano aumentati visto che molti negozi erano chiusi e non era possibile uscire e fare acquisti; negli Stati Uniti aveva addirittura assunto 175mila dipendenti. Qui, era stata criticata dai dipendenti e dai sindacati per non aver garantito la sicurezza dei suoi dipendenti dal contagio. In Francia era stata obbligata da un tribunale a chiudere temporaneamente i magazzini per prendere le misure di sicurezza adeguate per proteggere i dipendenti.

Amazon ha detto di aver «introdotto o cambiato più di 150 procedure» per garantire la sicurezza, distribuito più di 100 milioni di mascherine, di aver reso obbligatorio misurare la temperatura in tutti i suoi magazzini; inoltre ha aumentato le procedure di pulizia, disinfettando le stanze ogni 90 minuti. Nel trimestre da aprile a giugno, le vendite di Amazon sono aumentate del 40 per cento rispetto agli stessi mesi del 2019, pari a 88,9 miliardi di dollari (quasi 76 miliardi di euro); è stato il trimestre più redditizio dalla sua fondazione, avvenuta nel 1994, con un profitto pari a 5,2 miliardi di dollari (4,4 miliardi di euro).

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