Una canzone di Bob Marley

Sabato sono quarant'anni dal concerto di San Siro

(Maurice Hibberd/Evening Standard/Getty Images)
(Maurice Hibberd/Evening Standard/Getty Images)

La musica che ascoltano i genitori spesso genera reazioni di ribellismo giovanile o anche solo di annoiata estraneità, simmetriche alle reazioni dei genitori per la musica che ascoltano i figli: la cosa buona è che qualcosa rimane attaccato e come per molte altre cose, si cresce e si riscopre, grati. A me è capitato con Brel e Barbara, e con l’opera: a Lindsay Zoladz del New York Times con gli Steely dan. “Nel giro di un decennio, dad rock è passato da essere un insulto a diventare una specie di complimento”.
Amazon ha prodotto un breve documentario su Sylvester, per il Pride, Love me like you should.
Neil Young mette i pollici sul vinile, quando lo tira fuori dalla busta.
Da ragazzo avevo un’amica che viveva tra Pisa e gli Stati Uniti: una volta mi regalò una foto che aveva fatto a Carly Simon durante un concerto che sembrava molto semplice e piccolo, lei fotografata molto da vicino su un palchetto all’aperto, con quella bocca fantastica, e a me ragazzo sembrò pazzesco stare in un paese dove uno poteva trovarsi così di fronte a Carly Simon come se fosse in una balera di Cascina di fronte a Marisa e i Fenomeni. Lei ha compiuto 75 anni oggi. Non la mia amica, nemmeno Marisa: Carly Simon, dico.

One drop
Non so come è stata per voi, con Bob Marley: io e mio fratello scoprimmo Babylon by bus in una casa di Parigi in cui qualche amico di amico di famiglia ci aveva ospitato un’estate se gli innaffiavamo le piante (mio fratello sommerse i vestiti esposti sulla strada della boutique sottostante, avevamo 13 e 14 anni), e iniziò tutto da lì, e poi il concerto di San Siro del 1980 e nel 1981 lui era già morto. In mezzo era uscito Survival, il disco con cui appunto era poi arrivato a Milano (tra due giorni sono 40 anni): disco assai “impegnato” e dedicato all’Africa.

Era un gran bel disco e lo è ancora, anche se il reggae e i suoi abusi vi avessero stufato da un pezzo, come a me. Ma Bob Marley è un altro campionato. Una delle canzoni meno note era One drop, che invece ha cose memorabili, per primo l’attacco, preparatorio, che crea un’attesa, un trampolino. E poi lo schiocco del “drum beat” che segue il verso “now feel this drum beat”, e il coro “dread, dread, dread”, e tutto il dialogo tra lui e il coro. C’è da divertirsi, insomma, anche se hanno reso il mondo così brutto.
They made their world so hard (so hard)
Every day we got to keep on fighting (fighting)
They made their world so hard (so hard)
Every day the people are dyin’ (dying), yeah!

“One drop” è il nome del ritmo in questione.

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