Una canzone di Jackson Browne

Forse abbiamo trovato quello che avevamo perso, nel suo caso letteralmente

(Ilya S. Savenok/Getty Images)
(Ilya S. Savenok/Getty Images)

Le Monde ha raccontato la storia di Corona, del suo creatore e di The rhythm of the night, tornata in circolazione in questi mesi di coronavirus: ovvero “l’eurodance italiana”.
Oggi compie 70 anni Tom Robinson, autore tra le altre cose della canzone di cui parlammo quattro mesi fa.
Dopo la newsletter di venerdì mi ha scritto un fan di Sting, interrompendo il primato che avevo segnalato.

The birds of St. Marks
Jackson Browne è sempre stato trattato come una seconda fila del grande rock degli anni Settanta, ma quella seconda fila se l’è meritata tutta. Dall’inizio: a 18 anni andò a New York dalla California, iniziò a frequentare i Velvet Underground ed ebbe una storia con Nico, che aveva dieci anni più di lui. Per un po’ scrisse solo canzoni per altri importanti, Nico compresa, e intanto tornò in California e fece il suo primo disco nel 1972: allora ebbe gran successi e fece canzoni molto belle.

Comunque, con Nico non durò molto, e tornandosene in California lui scrisse una canzone pensando a lei e a come scrivevano canzoni i Byrds, che a lei piacevano molto. Ma non ne fece niente: “forse mi sembrò incompleta”, raccontò poi nel 2014, quando invece si convinse fosse buona e la mise in un disco, più di 45 anni dopo. Ha un bello scarto al terzo verso di ogni strofa, come quando dice “Maybe we’ve found what we have lost”, ma per il resto è un gradevole pezzo non speciale.

Però era già finita in un disco, quando lui l’aveva cantata in un tour acustico dieci anni prima, ed era molto meglio – speciale, lì – senza i fronzoli alla Byrds, col pianoforte e basta e la capacità di gran dolcezza del suo modo di cantare (in quel disco acustico ci sono altre bellezze). E lo scarto di quel verso.
Oh how sadly sound the songs the queen must sing of dying
A prisoner upon her throne of melancholy sighing
If she could see her mirror now
She would be free of those who bow and
Scrape the ground before her feet

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