Il Giappone ha revocato lo stato di emergenza nella maggior parte del paese

Una strada turistica di Osaka durante l'emergenza da coronavirus, il 13 maggio 2020 (Carl Court/Getty Images)
Una strada turistica di Osaka durante l'emergenza da coronavirus, il 13 maggio 2020 (Carl Court/Getty Images)

Il Giappone ha revocato nella maggior parte del paese lo stato di emergenza emanato per contenere la diffusione del coronavirus. Il primo ministro Shinzo Abe ha dichiarato che lo stato di emergenza è stato revocato in 39 province su 47. Tra le province in cui rimarrà in vigore ci sono quella della capitale Tokyo e quella di Osaka.

Il 7 aprile Abe aveva dichiarato lo stato di emergenza di un mese per la capitale e altre sei province. In seguito lo aveva esteso a tutto il paese fino al 31 maggio. Ma, visto il rallentamento dei contagi nel paese, Abe ha deciso di allentare la misure di contenimento, anche per far in modo che l’economia giapponese, che è la terza più grande al mondo, possa ripartire.

Le 39 province in cui è stato revocato lo stato di emergenza rappresentano il 54 per cento della popolazione totale del Giappone. Ad oggi i casi di contagio confermati da coronavirus sono di più di 16.000 e i morti 680. Anche se il numero di nuovi casi è notevolmente diminuito a livello nazionale nelle ultime settimane, resta comunque basso il numero dei tamponi effettuati: 188 ogni 100mila persone. Finora a Tokyo, la città più colpita, sono stati effettuati solo 50.000 test, di cui circa 5.000 positivi.