I congiunti sono anche gli «affetti stabili», dice la ministra De Micheli

E quindi i fidanzati sono «sicuramente inclusi» tra le persone a cui si potrà fare visita dal 4 maggio

Un controllo di polizia a Roma. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Un controllo di polizia a Roma. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Intervenendo alla trasmissione di Rai 1 La Vita in Diretta, la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli ha chiarito meglio chi sono i “congiunti” citati nel decreto che entrerà in vigore dal 4 maggio come le persone a cui si può fare visita senza violare le restrizioni sugli spostamenti che rimarranno in vigore per via dell’epidemia da coronavirus:

Sono persone con le quali si intrattengono rapporti affettivi stabili, anche se non formalizzati sul piano giuridico. Quindi penso ai fidanzati, sicuramente sono inclusi in questa dicitura.

È del tutto evidente che una dicitura così ampia chiama la responsabilità individuale delle persone perché chi dichiara che sta andando a visitare una fidanzata e poi fa un’altra cosa non solo si assume una responsabilità nei confronti della propria salute, ma anche della salute degli altri. Riteniamo però che sia arrivato il momento che soprattutto dentro a dei legami stabili di affetto ci sia la possibilità di tornarsi a vedere con tutte le prudenze del caso, distanziamento e in molti casi anche mascherine. Non sarà possibile fare i pranzi di famiglia (…) ma singolarmente ci potremo rivedere.

Sulla definizione di “congiunti”, e quindi su chi si potesse concretamente andare a visitare dalla prossima settimana, si era sviluppato un vivace dibattito nelle ultime ore: nell’ordinamento giuridico italiano non esiste infatti una definizione condivisa del termine, né nel diritto penale né in quello civile. Se lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva specificato che dal 4 maggio si potrà far visita a genitori, figli, cugini e parenti prossimi, non era chiaro soprattutto se varrà lo stesso per gli affetti non riconosciuti a livello giuridico, in primo luogo i fidanzati e i partner. Diversi esperti di legge avevano sostenuto che un’eventuale discriminazione di questo tipo sarebbe stata molto problematica legalmente.

Nella serata di lunedì, Conte ha precisato rispondendo alle domande dei giornalisti durante la sua visita a Milano che «congiunti è una formula un po’ ampia, generica, per dire che non si potrà – adesso poi lo preciseremo anche con le F.A.Q. – andare a trovare amici a fare feste. Si andranno a trovare le persone con cui c’è un rapporto di parentela, con cui ci sono stabili relazioni affettive e via discorrendo».

Rimangono comunque vari dubbi, in particolare sulla definizione di “affetti stabili”, che si può prestare evidentemente a molte interpretazioni: immaginare come possa essere verificata, nel momento di un eventuale controllo delle forze dell’ordine, la “stabilità” di un legame affettivo rimane molto difficile. E De Micheli ha in un certo senso dato una prima spiegazione: molto sarà affidato alla responsabilità dei cittadini. È probabile comunque che nelle prossime ore o nei prossimi giorni usciranno delle circolari che chiariranno meglio il decreto, così come le relative F.A.Q. sul sito del governo.

De Micheli ha poi dato la sua interpretazione di un altro punto poco chiaro, quello che riguarda la possibilità di raggiungere le seconde case: «Non si possono raggiungere le seconde case, tranne forse mi pare di aver capito che qualche presidente di regione lo sta ipotizzando. Ma nell’ambito di questo dpcm non è possibile raggiungere le seconde case».