(AP Photo/Richard Drew, File)

Sembra che a Elliott interessi Twitter

Un grande fondo d'investimento ha comprato molte azioni di Twitter (si parla di un miliardo di dollari) e c'è chi pensa che punti a rimpiazzarne l'amministratore delegato Jack Dorsey

Da qualche giorno la stampa internazionale parla di un progressivo interesse nei confronti di Twitter da parte del fondo di investimenti Elliott Management, fondato e ancora oggi guidato da Paul Singer, un miliardario americano considerato vicino al partito Repubblicano e a Donald Trump. Il primo sito a parlarne concretamente è stato Bloomberg e ancora oggi – dopo che ne hanno parlato, tra gli altri, CNN, Financial Times, New York Times e Wall Street Journal – non ci sono numeri precisi o comunicati da parte di Elliott o Twitter. Si pensa però che Elliott abbia acquisito circa un miliardo di dollari di azioni di Twitter (che vale più di 28 miliardi di dollari) e che voglia provare a sostituire il suo attuale amministratore delegato: Jack Dorsey, che fondò la società e che ne tornò alla guida nel 2016.

Elliott – di cui in Italia si è parlato molto quando rilevò il Milan e per il suo ruolo in TIM – è un fondo da oltre 40 miliardi di dollari, noto per essere particolarmente attivo nei suoi investimenti. Significa, molto in breve, che in molti casi cerca di acquisire una società (o assumere il controllo di parte di essa) per poi cambiarne la dirigenza o modificarne in parte i meccanismi di funzionamento, così da aumentarne il valore, per poi rivenderne le azioni o incassare i dividendi. In poche parole Elliot non vuole controllare o guidare Twitter; vuole agire per far aumentare il valore delle tante azioni di Twitter che ha comprato.

Secondo quanto scritto da Bloomberg e dagli altri giornali, in virtù delle azioni acquisite Elliott vorrebbe nominare quattro nuovi membri del consiglio di amministrazione e arrivare a sostituire Dorsey. Come ha spiegato Vox, già nel 2019 Elliott fece qualcosa di simile con eBay, in una serie di azioni che portarono alle dimissioni di Dewin Wenig, che ne era l’amministratore delegato. Sempre Vox ha scritto che Elliott può farlo perché le azioni di Twitter sono strutturate in modo tale da dare a tutti gli azionisti lo stesso potere, mentre invece in altre società (per esempio Facebook) è praticamente impossibile pensare di comprare azioni con lo scopo di avere un’influenza tale da sostituirne l’amministratore delegato.

Per quanto riguarda Twitter, sembra che Elliott sia fortemente contraria al fatto che Dorsey sia allo stesso tempo amministratore delegato anche di Square, un’altra società quotata a Wall Street, che si occupa di pagamenti elettronici. Dorsey, peraltro, alcuni mesi fa annunciò anche di voler passare alcuni mesi in Africa, cosa che alimentò diversi dubbi su quanto salda e interessata fosse la sua posizione di amministratore delegato di Twitter, oltre che di Square.

In tutto questo, non è però chiaro chi Elliott vorrebbe mettere al posto di Dorsey e quali potrebbero essere le mosse in grado di rimettere in sesto una società che da diverso tempo sembra non riuscire a crescere (sebbene i risultati dell’ultimo trimestre del 2019 siano stati positivi) e che, in particolare, non sembra essere in grado di far crescere il numero dei suoi utenti. Inoltre, Vox ha scritto che Dorsey continua a piacere molto a buona parte dei quasi cinquemila dipendenti di Twitter, che continuano a vederlo come «una cosa sola» con la società che nel 2006 contribuì a fondare.

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