Una canzone di Joan Baez

Questa è per uno sconosciuto, anche se poi abbiamo avuto qualche ripensamento

(Kevin Kane/Getty Images for UNDP)
(Kevin Kane/Getty Images for UNDP)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
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Love song to a stranger
Due anni fa ero andato a vedere Ben Folds a Londra, visto che in Europa non viene quasi mai. Una volta lì avevo scoperto che il giorno dopo c’era anche Joan Baez alla Royal Albert Hall, e volevi non andare? Joan Baez ha appena compiuto 79 anni (ha 15 giorni più di Neil Diamond, che li compie oggi) e non so voi, che avrete vite ed età diverse e varie, ma a casa mia c’è sempre stata. Alcune copertine dei suoi dischi facevano parte dell’arredamento, e un po’ sono molto belle e un po’ sono delle madeleines e nel tempo me le sono ricomprate, che va’ a sapere in quale cassapanca siano finite a casa di mia madre. Ma insomma, non è che adesso arrivo io e vi spiego una leggenda come Joan Baez (avendolo peraltro minimamente già fatto).
Love song to a stranger la scrisse lei per un amore tormentato, su cui poi ebbe dei ripensamenti che raccontò molto in giro, e fece pure una parte 2 con pensieri piuttosto rivisti (si concludeva con “love is a pain in the ass”). Ma al di là del suo caso personale, la canzone – che uscì nel 1972 – resta bella assai.
Don’t tell me of love everlasting and other sad dreams
I don’t want to hear
Just tell me of passionate strangers who rescue each other
From a lifetime of cares

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