Una canzone dei Bad plus

(Bernd Thissen/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Qualche anno fa, quando ebbi una regressione adolescenziale che per un po’ mi riportò a comprare vinili e usare un giradischi, mi appassionai soprattutto – in cerca di cose ancora più snob e inutili dei vinili – alla ricostruzione di una collezione di 45 giri, che già avevo coltivato assai fino a trent’anni fa (qui alcuni esempi): potrei scriverne a lungo, di 45 giri – forse lo farò – ma cito solo l’esatta analisi del mio amico Maurizio Blatto che ha un famoso negozio a Torino quando gli confidai la vanità di questa passione: “certo, è come raccogliere le figurine”. Insomma, tuto per dire che in un unico disegno criminale i Pet Shop Boys stanno per pubblicare di nuovo un 45 giri, dopo più di dieci anni.

Pound for pound
Loro sono una cosa piuttosto unica. Si chiamano Bad Plus e sono un trio jazz americano ormai insieme da un ventennio: si sono fatti riconoscere per la consuetudine di usare spesso canzoni del repertorio pop/rock nei loro dischi, al posto dei più classici standard jazz. Una inclinazione rock sta anche nella aggressività di alcuni passaggi delle loro esecuzioni – soprattutto del batterista David King – che alternano momenti straordinariamente melodici affidati al pianoforte e altri più vivaci e casinari.
Da due anni hanno cambiato pianista, e sabato suonano a Ferrara al Jazz Club, bel posto, dove tornano spesso.
Pound for pound l’ha scritta il bassista Reid Anderson e apriva un disco del 2012: se la state ascoltando a quest’ora di sera, già sotto le coperte e con le cuffie, siate avvisati che appunto arriverà un’escalation di maggiore baccano a un certo punto. Ma godetevi anche quella, che questo terzetto di tre note ripetute con grande dolcezza e che vi hanno coccolato finora rimane, e dopo non ve ne libererete più.

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