L’atleta paralimpica belga Marieke Vervoort è morta martedì facendo ricorso all’eutanasia
L’atleta paralimpica belga Marieke Vervoort è morta martedì, facendo ricorso all’eutanasia a causa delle gravi sofferenze che le causava una malattia degenerativa. Nel 2008 Vervoort aveva firmato i documenti che le avrebbero permesso in seguito di fare ricorso all’eutanasia, che in Belgio è legale, e un comunicato della sua famiglia ha confermato la sua morte, avvenuta martedì. Vervoort aveva raccontato che la malattia le causava dolori atroci, paralisi delle gambe e crisi epilettiche, costringendola ad assumere altissime dosi di antidolorifici e morfina. A BBC, nel 2016, aveva detto: «a volte mi sento molto molto male, mi vengono delle crisi epilettiche, piango e grido dal dolore». Vervoort, che gareggiava in carrozzina, aveva vinto una medaglia d’oro nei 100 metri T52 e un argento nei 200 metri T52 alle Paralimpiadi di Londra 2012; alle Paralimpiadi di Rio, nel 2016, aveva vinto l’argento nei 400 metri (T51/52) e il bronzo nei 100 metri (T51/52).