La città di New York vuole chiudere il carcere di Rikers, una delle più grandi prigioni del mondo, entro il 2026

L'isola di Rikers, dove si trova l'omonimo grande carcere, nell'East River, a New York, il 5 gennaio 2018 (John Moore/Getty Images)
L'isola di Rikers, dove si trova l'omonimo grande carcere, nell'East River, a New York, il 5 gennaio 2018 (John Moore/Getty Images)

Il consiglio cittadino di New York ha approvato un piano da 8 miliardi di dollari (più di 7 miliardi di euro) per chiudere, entro il 2026, la prigione dell’isola di Rikers, una delle istituzioni penitenziarie più grandi del mondo, che può ospitare fino a 10mila detenuti ed è nota per casi di abusi e cattiva gestione. Il piano prevede l’apertura di quattro carceri più piccole, ciascuno da 886 posti per un totale di 3.300: uno a Brooklyn, uno nel Queens, uno nel Bronx e uno a Manhattan, vicino al municipio.

La decisione è piaciuta molto agli attivisti per i diritti dei carcerati, secondo cui New York potrà essere il punto di partenza per un cambiamento nazionale che limiti l’incarcerazione di massa degli appartenenti ad alcune minoranze, in particolare gli afroamericani e le persone di origine latinoamericana. Il sindaco di New York Bill de Blasio ha sostenuto il piano per la chiusura di Rikers, che invece è stato criticato da chi vive vicino ai siti scelti per la costruzione delle future prigioni. In ogni caso, il piano è molto ambizioso e costoso. Tra le altre cose funzionerà se la città riuscirà a ridurre la sua attuale popolazione carceraria di più della metà: è da più di 100 anni che il numero di detenuti non scende sotto i 3.300, nonostante i tassi di criminalità siano in diminuzione.