La presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno e il ministero della Difesa si costituiranno parte civile nell’inchiesta sui presunti depistaggi nel caso Cucchi

Ilaria Cucchi durante l' udienza del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il 17 maggio 2019
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Ilaria Cucchi durante l' udienza del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il 17 maggio 2019 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

La presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno, il ministero della Difesa per l’Arma dei carabinieri hanno presentato istanza per costituirsi parte civile nell’inchiesta sui presunti depistaggi per la morte di Stefano Cucchi, avvenuta nel 2009 pochi giorni dopo che era stato arrestato per spaccio di droga. Oltre a loro, nel corso dell’udienza preliminare, hanno chiesto di costituirsi parte civile anche la polizia penitenziaria, la famiglia di Stefano Cucchi, la onlus Cittadinanzattiva, il Sindacato dei Militari e il carabiniere Riccardo Casamassima.

L’istanza sarà valutata dal gip Antonella Minunni che comunicherà la propria decisione durante la prossima udienza, prevista per il 17 giugno. Nell’inchiesta sui depistaggi nel caso della morte di Cucchi è stato chiesto il rinvio a giudizio per otto carabinieri tra cui il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era comandante del “Gruppo Roma” dei carabinieri, da cui secondo l’accusa sarebbe partito l’ordine di insabbiare le prove della colpevolezza dei carabinieri nella morte di Cucchi.