Nessuno vuole comprare Twitter

Salesforce, l'ultimo compratore credibile per il social network, si è tirato indietro dopo Disney e Google: cosa farà ora Jack Dorsey?

(Bethany Clarke/Getty Images)
(Bethany Clarke/Getty Images)

L’azienda statunitense Salesforce ha escluso la possibilità di fare un’offerta per comprare Twitter, uno dei più grandi social network al mondo oggetto da mesi di indiscrezioni e speculazioni circa una sua vendita. Il CEO di Salesforce, Marc Benioff, ha detto che la sua azienda ha lasciato perdere perché “non si trattava della giusta cosa per noi”, rispondendo alle perplessità degli investitori che nelle settimane scorse avevano chiesto più o meno esplicitamente di rinunciare all’acquisizione. Salesforce si occupa della vendita di servizi cloud alle aziende, non era quindi chiaro a cosa potesse servirle Twitter. L’azienda era inoltre l’ultima rimasta per fare un’offerta credibile al social network, dopo la fine delle trattative con altre grandi multinazionali come Disney e Google. Dopo mesi di notizie messe in circolazione da analisti e principali giornali economici, Twitter è rimasto senza acquirenti credibili e dovrà rivedere in parte la sua strategia per rilanciarsi autonomamente.

Nel corso di un incontro con gli analisti la settimana scorsa, Benioff aveva provato a tranquillizzare gli azionisti di Salesforce, spiegando che l’interesse manifestato per Twitter rientrava in una serie di nuovi investimenti valutati per espandere i settori in cui è attiva la sua azienda. Le rinunce a molti dei potenziali investimenti erano arrivate in poche settimane, mentre su Twitter sembravano esserci intenzioni più solide, soprattutto dopo le notizie che erano circolate circa l’interesse da parte di altre grandi aziende come Google e Disney. E proprio queste voci avevano favorito il titolo di Twitter in borsa, ma dopo la rinuncia di Salesforce venerdì scorso le sue azioni hanno ripreso a perdere più del 5 per cento. Salesforce, invece, ha guadagnato il 5,2 per cento alla chiusura di Wall Street la settimana scorsa, a dimostrazione della diffidenza che avevano gli investitori sull’acquisizione di Twitter.

A questo punto sembra improbabile che qualche altra grande società proponga un accordo a Twitter. L’unica rimasta è Microsoft, che però non sembra essere interessata: ha da poco acquisito LinkedIn, social network per tenere contatti di lavoro che meglio si adatta alla sua trasformazione in un’azienda principalmente indirizzata alla vendita di software e servizi alle imprese. Twitter obbligherebbe a cambiamenti di strategia aziendali cui Microsoft non sembra essere incline, come del resto non lo era Salesforce.

Una fonte interna di Twitter consultata dal Financial Times ha detto che “ormai il processo di vendita è virtualmente morto”, ma non è detto che questo sia un male. Da mesi il CEO del social network, Jack Dorsey, riceveva inviti dal consiglio di amministrazione e dai principali investitori a cercare potenziali acquirenti per la società. Dorsey ha seguito la richiesta e ha dimostrato che allo stato attuale non ci sono possibilità credibili di vendita, cosa che dovrebbe consentirgli di chiudere la questione e di tornare a dedicarsi al rilancio del social network.

Twitter è usato ogni giorno da decine di milioni di persone in giro per il mondo, soprattutto per avere notizie in tempo reale, ma fatica a raccogliere nuovi utenti e la sua crescita si è sostanzialmente fermata. Il problema di base è sempre lo stesso e da tempo: le sue funzioni non sono molto intuitive e spesso confondono gli utenti, che dopo avere provato il sistema per un po’ lo abbandonano, tornando su social network che capiscono e padroneggiano meglio come Facebook, Instagram e Snapchat. Negli ultimi mesi Twitter ha introdotto diverse modifiche per semplificare il suo funzionamento, ma per ora i cambiamenti non hanno funzionato molto.

Il social network ha comunque registrato un’altissima attività durante i due dibattiti televisivi per le presidenziali negli Stati Uniti, e più in generale il suo utilizzo aumenta considerevolmente durante eventi particolari, di cronaca e non solo, mentre si stanno svolgendo. In questo Twitter riesce a essere più rapido e reattivo rispetto a Facebook, la cui sezione Notizie è più statica e non basata sull’ordine cronologico. Twitter si sta quindi concentrando su questo punto di forza, avviando collaborazioni con testate e media di vario tipo, e da poco ha iniziato a sperimentare la trasmissione in diretta di alcuni programmi con le emittenti televisive statunitensi, raccogliendo i tweet degli spettatori in un’unica pagina. Alla presentazione della prossima trimestrale di cassa a fine ottobre, si saprà quale peso hanno avuto gli ultimi cambiamenti voluti da Dorsey, ma soprattutto che cosa intende fare il CEO di Twitter per riportare il social network a crescere.