♫ «Uoo-uoo» ♫

Avete notato che tantissime canzoni pop di recente successo contengono un vocalizzo identico? Un compositore americano lo ha definito “Millennial Whoop”

Patrick Metzger, un compositore che si occupa anche di analisi di dati, ha pubblicato recentemente un post sul suo blog per descrivere quello che secondo lui è un fenomeno diffusissimo nella musica pop contemporanea, e che ha chiamato il “Millennial Whoop”. Moltissime delle canzoni più di successo degli ultimi anni, ha notato Metzger, presentano infatti un vocalizzo pressoché identico: una sequenza di note che alterna la quinta e la terza nota di una scala maggiore, solitamente partendo dalla quinta, andando sulla terza e tornando sulla quinta. Spesso queste note vengono cantate con un “oh-oh-oh”, un “uoo-uoo”, o qualcosa di simile. Il sito Quartz ha raccolto in un video diversi esempi del “Millennial Whoop”, che includono alcune famose canzoni pop degli ultimi anni come “California Gurls” di Katy Perry e Snoop Dogg, “The Mother We Share” dei Chvrches, “Good Time” di Carly Rae Jepsen e degli Owl City, e anche “Ivy”, una delle canzoni di Blonde, l’ultimo disco di Frank Ocean, celebrato dalla critica.

Da diversi anni c’è chi sostiene che la musica pop si sia uniformata dal punto di vista armonico, cioè nella scelta degli accordi che compongono una canzone. Uno studio del 2012 del Consejo Superior de Investigaciones Científicas, il più importante centro di ricerca pubblico spagnolo, analizzò quasi 500mila canzoni registrate tra il 1955 e il 2010, concludendo che la diversità delle linee melodiche è considerevolmente diminuita negli ultimi cinquant’anni. In particolare, secondo i ricercatori spagnoli, sono diventate sempre più uniformi le combinazioni delle note e degli accordi, e la diversità tra i timbri degli strumenti: una chitarra suona molto diversa da una tromba, ma secondo lo studio queste differenze sono diminuite con il tempo nella musica pop, un po’ perché spesso i suoni sono riprodotti digitalmente, un po’ perché molte canzoni che ascoltiamo hanno subito una post-produzione massiccia.

Nel 2009 il gruppo rock demenziale australiano degli Axis of Awesome realizzò una famosa canzone che spiegava come moltissimi grandi successi pop recenti si basino sulla stessa progressione di quattro accordi: iniziano con un accordo maggiore che definisce la tonalità della canzone, che è seguito dall’accordo maggiore relativo alla quinta (cioè la quinta nota della scala), da quello minore della sesta e da quello maggiore della quarta. Questa progressione, applicata per esempio alla tonalità di Do maggiore, consiste in: Do maggiore, Sol maggiore, La minore e Fa maggiore. Quello descritto dagli Axis of Awesome, in ogni caso, non è un fenomeno limitato agli ultimi anni: a basarsi su questa progressione, come mostrato nello stesso video, sono alcune delle canzoni pop più famose di sempre, da “No Woman No Cry” di Bob Marley a “Take On Me” degli a-ha.

Se usare progressioni di accordi molto simili è quindi una tendenza vecchia e consolidata della musica pop, il “Millennial Whoop” di cui parla Metzger è però un fenomeno molto più definito e riconoscibile. Lui ha detto di essersene accorto ascoltando “Fuck Off”, una canzone-parodia del gruppo di comedy rap The Lonely Island. Nella canzone, che è una presa in giro dei teen idol e che racchiude molti stereotipi dei cantanti tipo Justin Bieber, il ritornello è precisamente il vocalizzo quinta-terza-quinta-terza (al minuto 0.40).

Il “Millennial Whoop”, spiega Metzberg, dal punto di vista ritmico viene eseguito come sequenza di crome, cioè le note che hanno una durata pari a un ottavo dell’intero (quelle fatte così: ♫). A seconda della canzone, il “uoo-uoo” può cominciare sul “battere” o sul “levare”, cioè sul tempo forte o su quello debole: in una battuta di un brano in quattro quarti, il metro musicale più diffuso nel pop, il primo e il terzo quarto sono il “battere”, il secondo e il quarto sono il “levare”.

Il “Millennial Whoop” è così diffuso, secondo Metzberg, che non si può parlare di plagio: «la bellezza di una sequenza musicale così breve (semplicemente la ripetizione di due note, più e più volte) è che nessuno può possederne i diritti». Recentemente la cantante americana Ally Burnett ha fatto causa a Carly Rae Jepsen e ad Adam Young (il cantante dietro al progetto degli Owl City), sostenendo che la loro canzone “Good Time” era copiata dalla sua “Ah, It’s Love”. Jepsen patteggiò un risarcimento, mentre Young si difese in tribunale finché fu stabilito che “Good Time” era una canzone originale. Il passaggio incriminato era proprio un esempio di “Millennial Whoop”, che compare all’inizio di entrambe le canzoni.

Metzberg ha provato a capire da dove arrivi il “Millennial Whoop”, arrivando alla conclusione che è una sequenza musicale che probabilmente conosciamo a livello istintivo, legata forse al fenomeno degli armonici naturali, come vengono definiti i diversi suoni prodotti contemporaneamente da un corpo che vibra (che non produce solo il suono fondamentale, ma anche altri più acuti e più gravi). E ha anche notato che è molto simile ad alcune cantilene infantili diffuse in tutto il mondo. Per quanto riguarda il “uoo-uoo”, dal punto di vista linguistico è altrettanto vecchio e frequente nella musica pop: pensate a “Video Killed The Radio Star” dei Buggles.

Il “Millennial Whoop”, spiega Metzberg, è così diffuso perché è una soluzione musicale molto efficace, ed è molto efficace perché «evoca una specie di senso primordiale che dice che andrà tutto bene». Molta musica pop si basa sull’immediata riconoscibilità delle melodie impiegate: «Grazie alla formula composta dalle tradizionali scale musicali europee, dalle progressioni di accordi che hanno preso forma nei secoli, e dai ritmi che stimolano i nostri organi ai giusti decibel, gli ascoltatori sono immediatamente catturati da strutture familiari e temi che probabilmente ronzano loro nelle orecchie da quando erano nel pancione». Il “Millennial Whoop” piace quindi, secondo Metzberg, perché è rassicurante, in quanto è qualcosa che abbiamo già sentito più e più volte.

Se non siete ancora convinti, questi sono altri esempi famosi di “Millennial Whoop”.