I migliori esempi di arredamento nei videogiochi
Ci facciamo poco caso, ma spesso sono pieni di mobili e oggetti d'arredamento: un sito statunitense ha raccolto i casi più interessanti degli ultimi anni
Il sito Hopes & Fears ha raccontato in un articolo intitolato “La sottovalutata arte dei mobili nei videogiochi” la storia di come negli ultimi decenni i mobili e l’arredamento dei videogiochi sono cambiati e migliorati grazie alle nuove tecnologie a disposizione dei grafici e di una speciale attenzione da parte degli sviluppatori. Hopes & Fears spiega che il design d’interni dei videogiochi esiste da decenni ma è sempre passato in secondo piano: l’arredamento serve per dare contesto e aumentare il realismo ma non è quasi mai diretto protagonista della storia: «gli animatori spesso passano ore a realizzare le increspature di un cuscino, ma è improbabile che i giocatori abbiano il tempo di farci caso».
Negli ultimi anni la grafica dei videogiochi ha raggiunto un livello tale di dettaglio che ha richiesto agli animatori e ai disegnatori un impegno sempre maggiore che, in alcuni casi è stato notato e apprezzato anche dai giocatori. I mobili che arredano i videogiochi stanno ora permettendo di «fornire un contesto reale ai mondi virtuali di cui fanno parte». Hopes & Fears ha citato l’esempio di Kate Craig, un’artista di ambienti che ha collaborato alla realizzazione di Gone Home, un videogioco per PC del 2013, interamente ambientato in una casa, che il giocatore deve esplorare in prima persona interpretando una ragazza che torna nella casa in cui vive con i suoi genitori e la trova vuota.
Il primo gioco davvero rivoluzionario per quanto riguarda mobili e arredamento è invece stato The Sims, un gioco del 2000 che permetteva addirittura di scegliere i mobili con cui arredare l’abitazione del proprio avatar. Il gioco più recente preso in considerazione e lodato da Hopes & Fears è invece Sunset, un gioco del 2015 la cui protagonista è Angela, una casalinga che deve compiere diversi mestieri in un periodo prestabilito di tempo.