Che fine fa il cibo in eccesso di Expo

Sarà recuperato dal Banco Alimentare di notte grazie al lavoro di volontari, ma serve la collaborazione di tutti i ristoranti delle varie nazioni

L'installazione del cibo in eccesso che si trova nel Padiglione Zero di Expo 2015
L'installazione del cibo in eccesso che si trova nel Padiglione Zero di Expo 2015

Per evitare che l’Expo dal titolo “Nutrire il Pianeta” sia un luogo dove il cibo viene sprecato è stato stretto un accordo con la Fondazione Banco Alimentare – che dal 1989 si occupa di raccogliere e distribuire il cibo in eccesso – che recupererà gli alimenti avanzati e li porterà alle mense dei poveri, come spiega un articolo sulla Stampa. L’accordo richiede però che si ottenga l’appoggio di più ristoranti possibili dei 130 dei vari paesi presenti ad Expo per riuscire a renderlo concreto. Inoltre la raccolta dovrà essere fatta a fine giornata, di notte, grazie all’aiuto di volontari che passeranno di ristorante in ristorante per recuperare le eccedenze, come spiega Stefano Rizzato sulla Stampa. Dopo una settimana dall’apertura sono già stati recuperati, secondo un articolo del Corriere della Sera, circa 200 chili di pane e 500 chili di generi alimentari vari. Inoltre la Caritas milanese, tra la fine di maggio e l’inizio del mese di giugno aprirà il “Refettorio Ambrosiano”, un luogo dove verrà distribuito il cibo avanzato da Expo.

Niente più pane, chili di pane, che finisce nella spazzatura. E niente più foto come quelle circolate mercoledì su Facebook, con i mucchi di filoni dentro i sacchetti e a bordo strada, a fine giornata. Expo volta pagina e, nel suo rodaggio, inserisce un tassello fondamentale: d’ora in poi, le eccedenze di tutti i ristoranti potranno essere affidate alle sapienti mani del Banco Alimentare. Che le porterà, come da tradizione, nelle mense per i più bisognosi. Ma servirà l’aiuto di tutti.

Volontari notturni, pronti ad entrare in azione
L’accordo con Expo è già stato siglato e coinvolge anche Cascina Triulza, il laboratorio equo e sostenibile dell’esposizione. Ma per passare ai fatti manca la collaborazione dei singoli ristoranti. «Da giovedì andremo padiglione per padiglione per prendere accordi con tutti, nel rispetto delle esigenze logistiche e delle norme igienico-sanitarie», spiega Marco Lucchini, direttore generale di Banco Alimentare. «Invito già ora i gestori a scrivere a foodsavingexpo@bancoalimentare.it e chiamarci, come se fossimo un’ambulanza, per salvare gli alimenti che non vengono consumati. Noi possiamo intervenire solo di notte, perché prima non si può accedere con furgoni o simili, e neppure sapere quanto cibo è avanzato. Stiamo costruendo dei gruppi ad hoc, di volontari notturni pronti ad entrare in azione».

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