Mercoledì la polizia dello stato indiano del Gujarat ha aperto un’inchiesta contro Narendra Modi, capo del governo dello stato e candidato a primo ministro del paese dal Partito Popolare Indiano (Bharatiya Janata Party, BJP) di orientamento nazionalista indù e conservatore, sfidante del Partito del Congresso e considerato in grandissima ascesa. Modi è accusato di essersi scattato un selfie dopo aver votato in un seggio ad Ahmadabad, in cui mostra il simbolo del partito, un fiore di loto, e l’indice sporco di inchiostro, e di aver quindi violato la legge indiana che proibisce la propaganda elettorale il giorno delle elezioni. Il suo tweet è stato ritwittato più di 3.000 volte mentre l’hashtag #SelfieWithModi era al secondo posto tra i Twitter trends nella maggior parte degli stati indiani.
Modi ha anche tenuto un discorso in cui ha deriso il Congresso nazionale indiano – il principale partito sfidante del BJP – e il suo candidato, il 43 enne Rahul Gandhi, figlio della presidente del partito Sonia Gandhi. Modi ha spiegato che tutti i leader del Congresso si sono defilati dalla campagna elettorale e che «dopo aver analizzato il processo elettorale e le posizioni degli elettori finora, posso dire che questa volta niente può salvare il governo della madre e del figlio: un governo forte arriverà al potere. Tutti i cittadini devono prendere parte alla festa e rafforzare la democrazia». L’inchiesta è stata aperta dal capo della polizia del Gujarat PC Thakur in seguito alle richieste della Commissione elettorale. La pena massima per aver violato il divieto è di due anni di prigione oppure una multa elevata, ma è improbabile che Modi venga incriminato: in India i politici affrontano spesso cause penali che raramente arrivano in tribunale.
Le elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento (Lokh Saba) sono iniziate lo scorso 7 aprile e si concluderanno il 12 maggio. Si svolgeranno in nove fasi – vista la complessa suddivisione amministrativa del territorio e le difficoltà legate al mantenimento dell’ordine pubblico – e la fine del conteggio dei voti è prevista per il 16 maggio. Si tratta di un evento rilevantissimo per il numero delle persone che saranno chiamate al voto (quasi 815 milioni) e perché ci si attende un risultato di portata storica che determinerà il futuro di una delle più importanti ed emergenti economie del mondo. Mercoledì si è svolta la settima fase del processo elettorale: gli aventi diritto al voto erano 140 milioni di persone e i seggi in ballo 89, di cui 26 per il Gujarat. Le elezioni si sono tenute, oltre che nello stato governato da Modi, in Punjab, Bihar e Bengala occidentale, e in 14 circoscrizioni dell’Uttar Pradesh, lo stato indiano più popoloso dell’India, tra cui Rae Bareli, dove è candidata Sonia Gandhi.
Narendra Modi si scatta un selfie dopo aver votato ad Ahmadabad, 30 aprile 2014. (AP Photo/Ajit Solanki)
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