<p>Climbers of the environmental group Greenpeace hang banners on the Sagrada Familia, demanding the release of 30 activists arrested and jailed by Russia for staging an open-sea protest against Arctic oil drilling, in Barcelona on November 8, 2013. Several activists in mid-September attempted to scale Russia&#8217;s Gazprom oil platform in the Pechora Sea, part of the Barents Sea, in protest of its exploration in the Arctic. They were charged with piracy &#8212; which carries a sentence of up to 15 years &#8212; after their ship was boarded by Russian coastguards on September 19, and have been placed in pre-trial detention until November 24. AFP PHOTO / JOSEP LAGO (Photo credit should read JOSEP LAGO/AFP/Getty Images)</p>

La protesta di Greenpeace sulla Sagrada Familia

Per chiedere la liberazione dei 30 attivisti dell'organizzazione ambientalista detenuti da un mese e mezzo in Russia

Verso le 9.30 della mattina di venerdì 8 novembre, circa dieci attivisti di Greenpeace si sono calati dalle torri della facciata della Natività della Sagrada Familia, la celebre basilica cattolica in costruzione a Barcellona, in Catalogna (Spagna), per chiedere la liberazione dei 30 arrestati dalle autorità russe lo scorso 19 settembre. Le 30 persone in attesa di giudizio sono 28 attivisti di Greenpeace e 2 giornalisti freelance, ed erano state fermate per avere cercato di salire a bordo di una piattaforma petrolifera russa nel Mare della Pečora, nell’Artico. Ora si trovano in un carcere di San Pietroburgo e sono accusati di teppismo (prima erano accusati di pirateria). Gli attivisti hanno srotolato uno striscione con scritto “libertà” in castigliano, catalano e inglese, e le foto degli attivisti arrestati. Poco dopo sono arrivati sul posto i pompieri e numerose pattuglie della polizia. Verso le 11 gli attivisti sono rientrati nella basilica e sono stati fermati dalla sicurezza.

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