Chi governa, governa

Gian Antonio Stella contro la sudditanza nei confronti dei presunti voleri popolari

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
28-04-2013 Roma
Politica
Palazzo Chigi - Insediamento del Presidente del Consiglio Enrico Letta
Nella foto Enrico Letta durante il primo Consiglio dei Ministri

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
28-04-2013 Rome (Italy)
The Prime Minister Enrico Letta take office at Chigi Palace
In the photo Enrico Letta during the the first Council of Ministers
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 28-04-2013 Roma Politica Palazzo Chigi - Insediamento del Presidente del Consiglio Enrico Letta Nella foto Enrico Letta durante il primo Consiglio dei Ministri Photo Roberto Monaldo / LaPresse 28-04-2013 Rome (Italy) The Prime Minister Enrico Letta take office at Chigi Palace In the photo Enrico Letta during the the first Council of Ministers

Nell’editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera di oggi, Gian Antonio Stella ripete che “una vera classe dirigente, come dice la parola stessa, deve sapersi assumere le proprie responsabilità e mettersi alla guida dei processi storici”: guidare il popolo, invece che seguirlo. “Chi viene eletto è eletto per fare delle scelte”.

«E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: «Quale dei due volete che vi liberi?». E quelli dissero: «Barabba». E Pilato a loro: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso». Sono quasi duemila anni che il Vangelo ricorda alle classi dirigenti che non si può governare coi sondaggi. E che Sua Maestà il Popolo, che di tanto in tanto viene invocato come un idolo e ipocritamente confuso con la democrazia, può sbagliare. E di grosso.

Spiegava Marshall Mc- Luhan che «difendere i sondaggi affermando che sono un modo per “consultare la saggezza collettiva” equivale a dire di poter estrarre la radice quadrata di uno spazzolino da denti di color rosa». Parole sante. Non sempre le emozioni, e più ancora le ondate popolari, sono sagge. Anzi.

C’è quindi qualcosa di storto nell’affanno con cui tanti leader politici, dopo avere smesso per anni di parlare con i loro elettori e soprattutto ascoltare le loro ragioni fino a creare quel distacco crescente tra il Palazzo e la società, si precipitano a precisare che su ogni cosa sarà «sentita la base». Ed ecco che c’è chi sta appeso ai cinguettii stizzosi di Twitter, chi agli sfoghi su Facebook, chi agli umori di un blog o di un rilevamento d’opinione. Come se da lì potesse levarsi finalmente una stella polare che indichi il percorso ai viandanti incerti.

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foto: Roberto Monaldo/LaPresse