Dalle 23 di ieri fino a stamattina, inoltre, ci sono state in Emilia Romagna altre nove scosse, con magnitudo compresa tra 2 e 2.8. Negli ultimi giorni il numero di eventi sismici in Emilia Romagna era diminuito sensibilmente, sia come numero che come magnitudo delle scosse. L’ultima scossa di rilievo, di magnitudo 4.5, era stata avvertita il 6 giugno scorso in Romagna, vicino a Ravenna, mentre nella notte tra l’8 e il 9 giugno c’era stato un altro terremoto della stessa intensità tra Belluno (Veneto) e Pordenone (Friuli Venezia Giulia), secondo i sismologi non collegato ai fenomeni dei giorni scorsi.
Nei campi di accoglienza allestiti dalla Protezione Civile e dalle autorità locali nelle zone del terremoto si stima ci siano ancora circa 14.500 persone, in molti casi impossibilitate da tre settimane a tornare nelle loro abitazioni perché distrutte o seriamente lesionate. Secondo i responsabili della Protezione Civile, le strutture colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio sono 5.372 tra Emilia Romagna e Lombardia (nella provincia di Mantova). Nelle zone maggiormente interessate dalle scosse nelle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara i controlli hanno interessato circa 4.900 edifici. Tra questi, 1.830 sono stati dichiarati inagibili, 849 temporaneamente inagibili in attesa di nuove verifiche e 283 parzialmente inagibili.
Come annunciato nei giorni scorsi, nei comuni maggiormente interessati dal terremoto gli esami di Stato di terza media e di maturità saranno sostenuti solamente in forma orale, saltando la fase degli scritti. Tale soluzione sarà adottata per i soli comuni con particolari danni, mentre nelle altre città gli esami si svolgeranno regolarmente sia con la prova scritta sia con quella orale. A Modena ci saranno orali e scritti, gli studenti delle scuole lesionate sosterranno gli esami in sedi alternative.
foto: AP/Luca Bruno
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