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  • Lunedì 19 marzo 2012

Le proteste dello Sri Lanka

Le foto delle manifestazioni a Colombo e a Ginevra, dove l'ONU deve decidere se chiedere un'inchiesta sulle stragi delle fasi finali della guerra contro i Tamil

Sri Lankan buddhist monks protest in Colombo on March 19, 2012. US-led move to censure Sri Lanka at the ongoing UN Human Rights Council sessions in Geneva over its alleged war crimes while crushing Tamil rebels in 2009. AFP PHOTO/Ishara S. KODIKARA (Photo credit should read Ishara S.KODIKARA/AFP/Getty Images)
Sri Lankan buddhist monks protest in Colombo on March 19, 2012. US-led move to censure Sri Lanka at the ongoing UN Human Rights Council sessions in Geneva over its alleged war crimes while crushing Tamil rebels in 2009. AFP PHOTO/Ishara S. KODIKARA (Photo credit should read Ishara S.KODIKARA/AFP/Getty Images)

Centinaia di monaci buddhisti e credenti musulmani, induisti e cristiani hanno manifestato oggi a Ginevra, in Svizzera, e a Colombo, in Sri Lanka, contro una risoluzione presentata al consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che, se fosse approvata, impegnerebbe il governo dello Sri Lanka ad aprire un’inchiesta sui crimini commessi nel 2009 durante la fase finale della guerra ai ribelli delle Tigri Tamil. La risoluzione sarà votata venerdì 23 marzo e ha il sostegno degli Stati Uniti. Il governo dello Sri Lanka la considera un’indebita interferenza nei suoi affari e un complotto organizzato ai suoi danni. Le proteste vanno avanti da diversi giorni.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, durante gli ultimi mesi della guerra civile l’esercito uccise almeno 40.000 civili Tamil. Le dimensioni dei massacri compiuti nella fase finale della guerra civile in Sri Lanka sono da tempo oggetto di inchieste internazionali. L’anno scorso un rapporto di International Crisis Group spiegava come nella primavera del 2009 il governo avesse bombardato intenzionalmente e ripetutamente i civili, gli ospedali e le operazioni umanitarie per reprimere e annientare la decennale ribellione delle Tigri Tamil. Il governo si è sempre rifiutato di indagare concretamente sulle responsabilità dei massacri e degli abusi.

I Tamil, che costituiscono circa il 12 per cento della popolazione dello Sri Lanka, sostengono di essere stati sempre discriminati dalla maggioranza singalese da quando lo Sri Lanka ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1948. Il risentimento della minoranza Tamil ha favorito la nascita di molti gruppi armati, tra cui appunto le Tigri per la Liberazione della patria Tamil, che dalla fine degli anni Settanta hanno condotto una violenta campagna secessionista poi sfociata in oltre vent’anni di guerra civile e attentati contro i civili. Anche i Tamil sono stati accusati da molti analisti e osservatori indipendenti di crimini contro l’umanità, soprattutto di avere addestrato dei bambini come soldati e di avere utilizzato i civili come scudi umani.