L’inchiesta Finmeccanica, un ripassone

"L'affaire Finmeccanica è la storia di un Sistema", scrive Carlo Bonini su Repubblica

“L’affaire Finmeccanica è la storia di un Sistema”, scrive oggi Carlo Bonini su Repubblica. E come tutte le storie di questo genere, non è lineare e facile da raccontare: non c’è un episodio chiave, non c’è un solo gruppo di presunti colpevoli, non c’è una prova maestra. Ci sono una serie di indizi concreti, moltissimi, diverse storie più piccole e una storia più grande che tiene tutto insieme.

Di un’inchiesta su Finmeccanica si inizia a parlare sui giornali italiani sei mesi fa, lo scorso maggio. Se ne parla in relazione a un’altra inchiesta, quella su Gennaro Mokbel, un imprenditore romano accusato di aver fatto da anello di congiunzione tra la ‘ndrangheta e alcune società di comunicazioni al fine di riciclare denaro sporco. Tra le cose che emergono in quella storia c’è un collegamento tra Mokbel e Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini. Si parla di una società partecipata di Finmeccanica, la Digint, nella quale Mokbel ha investito otto milioni di euro insieme a Nicola Di Girolamo, ex senatore del PdL: lo scopo era acquistare una commessa militare e poi rivenderla, insieme a Digint, a Finmeccanica.

In quei giorni, sembrava che quella fosse la storia. Oggi sappiamo che la storia di Mokbel e della Digint non è che un frammento della storia: uno dei casi che compongono, appunto, il sistema. Che è spiegato bene dai decreti di perquisizione e dagli avvisi di garanzia notificati ieri dalla procura di Roma.

L’ENAV è l’Ente nazionale di assistenza al volo: il suo amministratore delegato si chiama Guido Pugliesi e Bonini lo definisce “immarcescibile” per la sua capacità di sopravvivere eterno a qualsiasi stagione politica. L’ENAV assegna gli appalti per lavori e forniture aeroportuali e spesso lo fa, scrive la procura, “in violazione delle disposizioni di legge”. Senza fare le gare, insomma. Oggi Pugliesi è indagato per corruzione e frode fiscale. L’ENAV affida gli appalti alla società “Selex Sistemi integrati”, controllata da Finmeccanica. Selex subappalta a sua volta a “Technosky”, che invece è controllata da ENAV, che li gira poi a “realtà industriali eterogenee”.

La “Print Sistem srl” di Tommaso Di Lernia (uomo che conosce una prima volta la galera nell’inchiesta su Ricucci), la “Arc trade srl” di Marco Iannilli, la “Aicom srl”, la “Simav” (Sistemi di manutenzione avanzati) o la “Renco”. Sono società che, a quanto pare, hanno un solo merito. Sono “in carico” a uomini chiave di Finmeccanica. “Print Sistem” e “Arc trade” le “porta” Marina Grossi (amministratore delegato di Selex e moglie del presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini) e il consulente di famiglia Lorenzo Cola. “Aicom”, “Simav”, “Renco” hanno la benedizione di Lorenzo Borgogni, capo delle relazioni esterne di Finmeccanica.

Qui il sistema comincia a diventare più chiaro. Un giro inestricabile di appalti e subappalti tra decine di società che ha diverse conseguenze. Intanto gonfiare i costi delle commesse, e ognuno ne ricava una sua parte. Poi “giocare con le fatture”, scrive Bonini, allo scopo di frodare il fisco, alterando a piacimento entrate e uscite, plusvalenze e passività, con fatture inesistenti. Infine, la creazione di fondi neri.

Appalti, subappalti, fatture gonfiate o inesistenti, fondi neri. La sequenza, che la Procura conta di poter “provare” documentalmente con il materiale sequestrato ieri, lascia evidentemente appesa una domanda. A chi finiva la montagna di denaro “nero” contante che, annualmente, il Sistema era in grado di pompare? Verosimilmente nelle tasche di manager corrotti (negli avvisi di garanzia si legge della delega alla polizia giudiziaria ad «acquisire documentazione in grado di provare l’esistenza di relazioni bancarie, in Italia e all’estero, tra le società oggetto di indagine e gli indagati per corruzione»). Altrettanto verosimilmente – chiosano qualificate fonti investigative – per pagare i costi della politica. E questa, pare di capire, potrebbe diventare storia di domani.

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L’inchiesta di Report su Finmeccanica

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