I numeri della lotta al terrorismo in Gran Bretagna

Le leggi post 11 settembre sono in discussione: delle oltre centomila persone fermate nell'ultimo anno nessuna è stata poi incriminata

Tra gli effetti  prodotti dalla lotta al terrorismo post undici settembre c’è sicuramente l’esplosione di strutture e misure di sicurezza dalle grandi dimensioni. Dana Priest e William Arkin ne avevano parlato a proposito dell’intelligence americana in una lunga e articolata inchiesta uscita lo scorso luglio sul Washington Post. Poco dopo anche il direttore dell’edizione internazionale di Newsweek, Fareed Zakaria, aveva citato i risultati di quell’inchiesta per dire che gli Stati Uniti hanno secondo lui reagito eccessivamente alla minaccia di al Qaida e che visti i costi prodotti dalla guerra contro un nemico invisibile e sopravvalutato sarebbe ora di dichiarare chiusa l’emergenza.

Ieri il ministero degli Interni del Regno Unito ha diffuso dei dati che potrebbero confermare questa tesi, a seconda di come vengono interpretati. Nell’ultimo anno nessuna delle oltre centomila persone fermate e perquisite dalla polizia sotto la legge speciale contro il terrorismo è stata poi effettivamente incriminata con l’accusa di terrorismo. L’ex portavoce del ministero degli Interni David Davis ha chiesto la sospensione immediata della normativa: «Questi dati sono impressionanti e dimostrano quanto questa politica sia controproducente», ha detto «una politica che incrementa il risentimento e l’antagonismo tra le minoranze della nostra comunità senza ottenere l’arresto di un singolo terrorista è utile solo per aiutare i nostri nemici».

La sezione 44 della legge sul terrorismo approvata dalla Gran Bretagna dopo gli attacchi dell’undici settembre consente alla polizia di fermare e perquisire (“stop and search”) chiunque, in qualsiasi momento, sulla base di qualsiasi sospetto. Tra il 2009 e il 2010, 101.248 persone sono state fermate con questa modalità. Nella maggior parte dei casi le perquisizioni sono state condotte dalla Metropolitan Police di Londra o dalla British Transport Police. Di queste persone solo 506 sono state poi effettivamente arrestate, ma nessuna di loro è stata incriminata con l’accusa di terrorismo. Di più: la percentuale di arresti compiuti ricorrendo alla legge speciale contro il terrorismo è dello 0,5%, la percentuale di arresti compiuti sotto la normale procedura di polizia è del 10%.

Il rapporto indica anche che il picco nel ricorso alla sezione 44 è stato raggiunto subito dopo gli attentati alla metropolitana di Londra del 2007, a conferma di quanto il confine tra lotta al terrorismo e semplice paura possa essere sottile. Il ministro degli Interni, Theresa May, ha detto che il governo sta riconsiderando i termini della legge speciale contro il terrorismo, compresi quelli previsti della sezione 44. Tra gli aspetti che verranno discussi c’è anche quello che fissa a 28 i giorni per cui una persona può essere trattenuta dalla polizia senza che nessuna accusa venga formulata. I Liberaldemocratici chiedono di ridurre il termine a 14 giorni.

Ma nel rapporto diffuso oggi si legge anche che, dopo l’undici settembre, in Gran Bretagna 1.834 persone sono state complessivamente arrestate con l’accusa di terrorismo. Di queste, mille sono state rilasciate senza subire nessun processo, 422 sono state incriminate con l’accusa di terrorismo, 228 con altri capi d’imputazione e le restanti 184 sono state soltanto sottoposte ad alcuni ulteriori accertamenti da parte delle autorità. Fino ad oggi, solo 237 degli incriminati per terrorismo sono stati condannati. Di questi, 102 devono scontare l’ergastolo. Il Guardian sottolinea che quattordici processi di particolare rilievo sono ancora in corso.

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