La dichiarazione di Paypal su Wikileaks

Paypal ha pubblicato sul suo blog una dichiarazione ufficiale sull’interruzione del servizio per Wikileaks, dopo che le parole del suo vicepresidente Osama Bedier “avevano generato confusione”. Vi si ripete che le norme d’uso di PayPal non permettono l’uso del servizio a nessuna organizzazione che “incoraggi, promuova, faciliti o istruisca attività illecite”.

Questa politica è parte degli accordi fatti con i nostri correntisti e con le compagnie che ci permettono di gestire i pagamenti. È anche una parte importante dell’impegno a proteggere i nostri clienti e assicurare che il nostro business possa continuare a operare in tutto il mondo.

Nel 2008 e nel 2009 Paypal ha rivisto e limitato il conto associato a Wikileaks per motivi estranei alla Politica d’Uso. Appena ricevute le informazioni necessarie, le limitazioni sono state rimosse.

Il conto è stato di nuovo rivisto la settimana scorsa dopo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha reso pubblica una lettera a Wikileaks del 27 novembre, che affermava che Wikileaks potrebbe essere in possesso di documenti ottenuti in violazione della legge statunitense. PayPal non è stata contatta da nessuna agenzia governativa degli Stati Uniti o di altri paesi. Abbiamo bloccato l’accesso al conto sulla base della nostra Politica d’Uso. La difficile scelta è stata presa alla fine sulla base dell’opinione che il sito di Wikileaks incoraggi delle fonti a diffondere documenti segreti, che è con buona probabilità una violazione della legge da parte delle fonti.

Mentre l’acconto resta bloccato, Paypal consegnerà tutti i fondi depositati alla fondazione che stava raccogliendo contributi per Wikileaks.

Ci rendiamo conto che la decisione presa da Paypal è diventata parte di una storia più grande che ha a che fare con il dibattito politico, legale e di libera informazione che riguarda Wikileaks. Nessuno di questi temi riguarda la nostra decisione. La nostra unica considerazione è stata sulla violazione o no dei termini d’uso, e le nostre scelte sono coerenti con quelle prese su qualunque conto di cui si verifichi la violazione delle nostre norme.

Come si vede, resta un’ampia zona grigia tra la dimostrata violazione della legge, e l’opinione che questa violazione possa esserci stata, e PayPal sembra averla scavalcata prima di un giudizio, solo sulla base di un’accusa del Dipartimento di Stato: la questione è se il sospetto che un illecito venga compiuto basta a violare le norme d’uso.