Il manifesto degli ingenui.

 

“Viviamo in tempi difficili”, dice il realista.

“Il mondo va a rotoli”, dice il catastrofista.

“Non esistono più amicizie disinteressate”, dice lo scoraggiato.

“Ognuno pensa al proprio tornaconto”, dice il vittimista.

“C’ero prima io!”, dice l’egoista.

“E’ la legge del più forte”, dice il cinico.

“Si respira un’aria pesante”, dice l’eco-scettico

“Un futuro migliore è una favola a cui non crede più nessuno”, dice il disilluso.

“Buongiorno a tutti”, dice l’ingenuo.

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Buongiorno, siamo gli ingenui.

Quelli che credono a tutto, perché pensiamo che solo a chi crede che tutto può succedere – tutto succede.

Siamo quelli che si svegliano la mattina convinti che sarà una bella giornata e se qualcuno o qualcosa la rende storta, ci rimbocchiamo le maniche e costruiamo un Coso-Raddrizza-Giornate.

Siamo quelli che si divertono ad essere allegri. Quelli che per non perdere l’animo non si allontanano dall’essenza della propria anima. Quelli che sono ancora capaci di ridersi addosso e che vanno orgogliosi della loro collezione di sbagli. Quelli che nelle discussioni ai perché sì, preferiscono i perché no? Quelli che non si fanno pagare quello che non gli costa niente.

Non dobbiamo andare a dormire per sognare e ai porti sicuri preferiamo i sentieri sconosciuti.

Ci siamo nati così. E così vogliamo restare. Almeno un po’. Perché perdere del tutto la nostra ingenuità significherebbe perdere del tutto anche la nostra umanità, la nostra natura e la nostra libertà di essere noi stessi; significherebbe dover rinunciare a provare affetto per gli altri senza aspettarsi un ritorno, a poter commuoverci senza vergognarci, alla capacità di fare un regalo a noi stessi senza rovinarci la sorpresa.

Siamo ingenui, non sprovveduti.

Anche noi, come tutti, abbiamo l’ambizione di arrivare lontano, ma non abbiamo fretta, non sgomitiamo, non facciamo finta di essere chi non siamo. Se lo facessimo, forse, come ci suggeriscono gli arrivisti, potremmo avere tutto, ma non saremmo più noi. E per noi sarebbe come non essere mai partiti.

Ci teniamo a fare le cose per bene. Abbiamo cura dei nostri valori. Investiamo tutto quello che abbiamo messo da parte in coraggio e curiosità.

Consideriamo l’attenzione per gli altri una virtù e la gentilezza, la forma più semplice di espressione di tale virtù. Misuriamo la bellezza delle nostre idee, con la capacità di quelle idee di generare altra bellezza.

Saremo ingenui a pensarlo, ma di questi tempi disillusionati – dove a vincere è la cultura del sospetto e della paura, dove dominano l’apparenza e l’ipocrisia – siamo convinti che il mondo abbia bisogno piu’ che mai di noi.

Pazienza se ci faranno sentire anacronistici e naif.

Non importa se i prepotenti ci scavalcheranno e se i cinici ci prenderanno in giro; se i furbi ci useranno e gli egocentrici ci faranno sentire meno importanti di loro.

Ci sarà anche qualche spiritoso che ci dirà: guarda c’è un asino che vola! E noi guarderemo in su. Non per la speranza di vedere qualcosa, ma semplicemente per non perdere l’abitudine a dare una possibilità a tutto e a tutti.

Noi siamo gli ingenui.

Sì, quelli della gens degli Ingegnosi, parenti stretti dei Geniali e degli Innovatori.

 

 

 

Lorenzo De Rita

Vive ad Amsterdam, dove dirige The Soon Institute - un collettivo di inventori che sperimentano e sviluppano prototipi per la società che verrà. Ha aperto recentemente una casa editrice che pubblica libri difficili ed è il co-fondatore di jointhepipe.org