Ho comprato l’iPhone 6

Ho comprato l’iPhone 6. Non sapevo che avrei innescato una reazione a catena che forse non si è ancora conclusa.

Un mattino di inizio gennaio, il mio vecchio iPhone4 ha smesso di respirare. Lo schermo si è rabbuiato e non ha più dato segnali di vita. Ho sperato che fosse il caricatore, l’ho cambiato, ma non è servito a niente. Il mio vecchio iPhone4 non si è rianimato.

Allora sono andato dai cinesi, ma il negozio era chiuso: l’unico giorno in cui un centro cinese di riparazione telefonini ha mai chiuso in tutta la storia dell’umanità. Ero sconnesso dal resto del mondo. Il panico cresceva. Allora sono entrato in un negozio di telefonia gestito da due signore italiane sui sessant’anni, evidentemente gemelle.

Ho esposto il problema, le gemelle hanno detto “vediamo”, poi hanno attaccato la spina, staccato la spina, cambiato la spina, estratto la batteria, rimesso la batteria, cambiato la batteria, e alla fine hanno detto “è morto, non c’è più nulla da fare”. “Neanche i cinesi?”, ho chiesto io. “Si figuri i cinesi”, hanno detto loro, “l’unica sarebbe mandarlo in Olanda, nell’unica clinica europea degli iPhone, ma è difficile e comunque le costerebbe quasi come un iPhone nuovo”.

Ho sospirato, e acconsentito.
L’ho scelto d’oro, «gold».

Un po’ ero anche felice. Me ne andavo verso casa tenendo in mano il sacchettino bianco della Apple con dentro la scatolina bianca della Apple con dentro il mio nuovo iPhone6 Gold, e pregustavo il momento in cui avrei potuto finalmente goderne.

Prima di scartarlo, mi sono lavato le mani con il sapone e mi sono seduto.
Con tutta la delicatezza del mondo, ho tolto il cellophane, scoperchiato la scatola, estratto l’iPhone, aperto l’alloggio porta-Sim con la graffetta e inserito la Sim nuova. Poi l’ho messo in carica, infilando il cavo USB nel mio vecchio MacBook. Il mio nuovo telefono mi ha chiesto di digitare il nuovo Pin e io ho digitato il nuovo Pin.

Per un minuto intero ho aspettato che si aprisse iTunes, ma iTunes non si è aperto. Allora l’ho aperto io cliccando due volte, ma dove c’era l’icona del vecchio iPhone, l’icona dell’iPhone nuovo non c’era.

Ho cercato su Internet: c’era scritto che il mio iPhone6 non era, e non sarebbe mai stato compatibile con il sistema operativo del mio computer. Allora ho provato ad aggiornare il sistema operativo del mio computer. Ma non si poteva aggiornare. Era troppo vecchio. L’unica era comprare un nuovo computer. Ho sbuffato, e accettato.

Mi sono comprato un Mac Book Pro 13” OX Yosemite Retina.

Un po’ ero anche felice. Me ne andavo verso casa tenendo in mano il sacchettone bianco della Apple con dentro la scatola bianca della Apple con dentro il mio nuovo Mac Book Pro 13” OX Yosemite, e pregustavo il momento in cui avrei potuto finalmente goderne.

Prima di scartarlo, mi sono lavato le mani e mi sono seduto.
Con tutta la delicatezza del mondo, ho tolto il cellophane, levato il coperchio, estratto il computer beandomi di quanto fosse leggero, e l’ho acceso godendo di quanto fosse veloce, e ho guardato lo schermo gongolando di quanto fosse ben definito, e ho cominciato le procedure di installazione.

Purtroppo mi sono registrato con una email diversa da quella che fungeva da Apple ID con il mio precedente MacBook e a un certo punto la macchina si è impallata, ho cercato su Internet ma niente, allora ho chiamato l’assistenza – e Silvia, gentilissima, mi ha detto di forzare il riavvio e ricominciare la procedura d’installazione e così ho fatto, e la procedura d’installazione è ricominciata e ho reinserito la email giusta della mia prima Apple ID, ma avevo dimenticato la password, e così ho riregistrato la password con il vecchio Mac Book, e alla fine mi sono ritrovato con tre Apple ID. Ho richiamato l’assistenza – e Antonio, gentilissimo, mi ha aiutato a sopprimerne due.

Era stato faticoso.
Ma ero finalmente pronto per sincronizzare il mio nuovo iPhone6 con il mio nuovo MacBook Pro 13” OX Yosemite Retina.

Ho inserito il cavo Usb e iTunes si è spalancato. Tutto era cambiato, ogni cosa illuminata, e l’icona del mio nuovo iPhone stava lì, meravigliosa, pronta per la sincronizzazione.

Ho inspirato, e sincronizzato.

Ero di nuovo un cittadino connesso in mille modi, grazie al mio Apple ID potevo uscire nel mondo.
Ho sospirato di nuovo, e sono uscito nel mondo.

In macchina ero anche un po’ felice. Mentre guidavo, gettavo occhiate affettuose al mio nuovo iPhone6 Gold sul sedile al mio fianco. L’avevo già perdonato: non era colpa sua se per colpa sua ero stato costretto a comprare un computer nuovo. Avrei dovuto accorgermi subito che c’era qualcosa di strano, ma ero troppo stordito da tutte quelle novità per capire.

E mentre guidavo mi è apparso il negozio dei cinesi, aperto. Ho accostato e sono sceso. In tasca, esanime, giaceva il mio vecchio iPhone4.

La signora cinese lo ha preso in mano e accarezzato con dita dalle lunghe unghie cangianti color perla. Un secondo dopo averlo messo in carica, ha detto: “Bisogna cambiare avviamento”. “È una cosa complicata?”, ho chiesto io. La signora cinese ha annuito: “Ci vuole 20 minuti”, ha spiegato. “Costa tanto?”, ho domandato io. “20 euro”, ha annuito di nuovo lei, “Faccio?”.
Ho soffiato, e ho acconsentito. “Faccia”.

Dopo 20 minuti sono risalito in macchina. Adesso avevo due iPhone e due MacBook, ma un po’ ero anche felice. Dentro la macchina c’era ancora un’aria strana, ma io non lo sapevo e un po’ ero felice.

Ho deciso di fare la prima telefonata in viva voce con il mio nuovo iPhone6. Ma prima dovevo sincronizzarlo.
Ho premuto il tasto con l’icona del telefono sul cruscotto e sul display è comparsa la scritta: “Assicurarsi che il Bluetooth del telefono sia acceso”.
Me ne sono assicurato. Era acceso.
Per un intero minuto ho aspettato che l’icona del mio nuovo iPhone6 comparisse, ma non è comparsa.

Ho cercato su Internet: c’era scritto che la mia macchina non era, e non sarebbe mai stata compatibile con il mio iPhone6.

E mentre guidavo mi è apparso un concessionario. Mi sono fermato. Non ho fiatato, e ho cambiato macchina.

Adesso finalmente sono tranquillo. Possiedo due iPhone, due MacBook e due automobili. Ogni cosa si è riallineata. Sono di nuovo un cittadino del mondo, connesso con tutti, grazie al mio Apple ID.

Ma da allora non ho più fatto una telefonata.

Ho il terrore di scoprire che il mio nuovo iPhone6 Gold non è compatibile con la mia famiglia, il mio amore, i miei figli, mia mamma, i miei amici, la casa in cui abito, e che sarò costretto a cambiare anche quelli.

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Aggiornamento dell’ultim’ora. Oggi 18 marzo 2015, il giorno dopo avere pubblicato questo articolo, il mio nuovo iPhone6 Gold si è magicamente accoppiato con il Bluetooth della mia vecchia automobile Volvo. L’iPhone6 non è ancora comparso tra quelli compatibili nel sito della Volvo, il che fa pensare che l’upgrade si debba ad Apple oppure a Dio, che per molti sono la stessa cosa.

Giacomo Papi

Giacomo Papi è nato a Milano nel 1968. Il suo ultimo romanzo si intitola Happydemia, quello precedente Il censimento dei radical chic. Qui la lista dei suoi articoli sui libri e sull’editoria.