Libri da comprare per questo Natale (sort of)

Arriva Natale e arriva anche il momento in cui regalare libri. Cioè, io regalo solo libri, poi voi non so. Perché vedete, cerco di educare il mio pubblico di amici. E spero che me li regalino a loro volta. Dal momento che Natale è il periodo in cui si legge di più (perché in teoria c’è più tempo libero) avere libri a portata di mano è comunque utile, anche se non li regaliamo agli altri ma ce li regaliamo a noi stessi medesimi in prima persona. Ecco.

Dunque, parto con i consigli per gli acquisti: libri da comprare e regalare questo Natale.

Una storia di paura. Ma, dato che sono previsti altri due volumi, almeno c'è da pensare che il protagonista sopravviva. Chissà però il cane...

Cominciamo con un libro che mi ha fatto una gran paura: Diario di un Sopravvissuto agli Zombie, primo volume di tre annunciati. Storia di paura che nasce in rete da un autore americano (J.L. Bourne, un ufficiale dell’aviazione come il protagonista del romanzo) che tiene un diario bello essenziale su cosa e come per sopravvivere agli zombi. Il tema zombi è, lo ammetto, alquanto frequentato e arriva dopo i vampiri ma prima degli angeli (fortunatamente per gli zombi, perché gli angeli vanno piuttosto male nel settore pulp). Però questa volta vale la pena, sia che frequentiate il settore sia che non lo conosciate e vogliate semplicemente un alleggerimento.

A proposito di alleggerimenti. Visto che si parla dell’editore più interessante del momento, ho altre tre segnalazioni da fare e con tutto il cuore. Multiplayer.it è molto, molto interessante, perché pubblica materiale che altrimenti in Italia non arriverebbe e molte cose valgono davvero la pena. A parte che a me piacciono i libri di fantascienza tratti da videogiochi (Halo, per dire, ma anche Bioshock, Metro 2043, più i vari Guerre Stellari legati alla serie di Il potere della Forza), ce ne sono anche di saggistica piuttosto interessanti. In questo momento Multiplayer.it ne ha tirati fuori tre meravigliosi, che ero indeciso se metterli tutti assieme perché poi perdono valore e meriterebbero ciascuno un post a sé, ma tant’è.

Iniziamo con La storia di Nintendo (parte prima di tre). Spettacolare. Qui siamo negli anni che vanno dalla nascita dell’azienda di Kyoto, che realizzava carte da gioco nel 1889, all’arrivo dei Gameswatch nel 1980. Altri due capitoli seguiranno più avanti. La storia c’è tutta e prende come un romanzo: se avete il culto di Nintendo siete caduti nella trappola perfetta.

Altri due libri molto diversi e belli in maniera notevole sono quelli dedicati ai due beniamini di Nintendo. Il primo è per Mario, l’idraulico italiano con i baffi che è la mascotte più popolare della casa di Kyoto fin dagli anni Ottanta. La storia di Mario 1981-1991 è un ritratto del ribelle da giovane, una sorta di biografia non autorizzata del più grande di tutti.

Non c'è modo differente di dirlo: è la saga fantasy più bella che ha definito un genere

E se c’è spazio per Mario non può non esserci spazio anche per Link, il piccolo e affascinante protagonista della saga di Zelda. Il libro in questione, Zelda: cronaca di una saga leggendaria, è interessate a partire dalla storia – ci sono tutti i videogiochi raccontati in maniera storico-narrativa, uno per uno, ma anche il cattivo Ganon, il manufatto della Triforza e una mitologia creata da uno dei geni dello storytelling contemporaneo, cioè  Shigeru Miyamoto – ma anche dalla forma. È un’edizione molto bella, assolutamente inconsueta in un mondo di libri sempre più maltrattati da chi li produce. Per questo sono da anni stupito di Multiplayer.it: stanno producendo libri su un settore che nessuno degli editori tradizionali frequenta o quasi, schifato completamente dalla stampa tradizionale (ricordo di aver piazzato un articolo su Nova24 del Sole 24 Ore un anno e mezzo fa e poi il buio o quasi) ma che vendono centinaia di migliaia di copie e soprattutto sono fatti molto, molto, molto bene sia come traduzione e adattamento che soprattutto come resa tipografica. Sono bei libri, insomma.

Dei fumetti cos'è più importante? Il disegno? Il balloon? La forma delle lettere?

Passiamo ad altro. È un periodo che sto leggendo sia di carta che di ebook, quindi non so precisamente quali edizioni consigliare. Nel mondo della saggistica del fumetto c’è un piccolo manuale che è molto bello e che vi farà capire molte più cose su quello che leggete di quante non ne immaginate. E poi si parla di font (dei miei font, devo dire). È il Manuale di lettering. Le parole disegnate nel fumetto di Marco Ficarra. Marco è molto bravo e ha fatto un lavoro eccellente. Va anche detto che è sul pezzo: l’illustrazione si trasforma in fumetto non grazie al racconto o alla sequenza di disegni, ma per la comparsa del testo, del suo corpo, della sua forma, della dimensionalità del balloon. Insomma, Marco è veramente sul pezzo e ha parecchie cose da insegnare in maniera chiara ed esaustiva. Tra l’altro, questo è il primo manuale di lettering di cui abbia notizia, e sono cose che possono sempre tornare utili.

A Milano si è concluso da pochissimo la consueta tre giorni del Salone del libro usato, un mercato che si tiene da nove anni nella Fiera Milano City a Sant’Ambrogio (questa è la ottava edizione perché ne hanno saltata una) e c’è minaccia di chiusura. Spero di no, perché è diventato un appuntamento fisso per me. Quest’anno sono andato a caccia di Urania mancanti. Ne ho trovati la metà di mille (me ne mancano tanti e sono ancora lontano dall’aver finito) e non ho guardato altre cose. Però sul versante libri usati ci sono un bel po’ di cose: vi consiglio di farvi qualche giro nelle bancarelle della vostra città: un bel romanzo d’avventura non è necessario che sia appena uscito per divertirvi. Io da tempo leggo vecchi Segretissimo e, tra quelli nuovi, solo quelli di Stephen Gunn, alias Stefano Di Marino, italianissimo autore di genere che proprio il mese scorso aveva fatto uscire il suo ultimo appuntamento della serie “Il professionista” (Chance Renard) intitolato Operazione Barracuda (Segretissimo 1593). Questo me lo leggo il giorno di Natale sul pouf.

La seconda delle tre sorelle di Mondadori, cioè Urania, ha invece questo mese un volume molto bello di un autore che sto scoprendo in questi mesi, cioè Paul Di Filippo, che ha scritto un’avventura rocambolesca intitolata Vendesi tempo, affare sicuro (Urania 1589). Ci arrivo un po’ tardi ma anche Urania, che aveva pubblicato alcuni anni fa un altro romanzo di Paul Di Filippo, non è molto più avanti. Questa uscita risale al 2006 negli Stati Uniti ma vale davvero la pena. Se non siete (più) lettori abituali di Urania o Segretissimo (o della terza sorella, il Giallo Mondadori) scoprirete che i soliti “kreativi” di Segrate hanno cambiato ancora una volta formato, adesso più alto, profondo e sottile di prima. Con buona pace delle mensole calibrate al millimetro della mia Besta bianca, dedicata a questa produzione, che adesso hanno sempre più la coerenza di un suk mediorientale.

Molto, molto piacevole anche se un po' complicato: è un saggio colto in lingua originale (inglese) ma ha un suo bel perché, come dicono i recensori titolati.

Facciamo un salto nella saggistica. Hoepli ha cominciato a seguire una vena sempre più interessante di reportage e racconti legati ai grandi della tecnologia. Dopo le due fortunate uscite dedicate a Steve Jobs di Jay Elliot, adesso è il momento di altre storie. Ad esempio quella di Google scritta dal mitico Stephen Levy. Lui è stato il capo della tecnologia di Newsweek e da tempo è passato a Wired americano. È uno dei migliori giornalisti del settore, ha raccontato la storia dei grandi (il libro sugli hacker di 28 anni fa pubblicato da Shake in Italia è considerato tutt’ora una pietra miliare) e adesso si è concentrato su Google. Notevole il lavoro. In inglese era In the Plex, in italiano è diventato un più immediato Rivoluzione Google. Prendetelo. Anche perché non segnalo (quasi) mai libri che non mi sono piaciuti.

Il mio bimbo di carta. Più o meno. Comunque è un gran bel libro e soprattutto costa il giusto: 99 centesimi

Potrei andare avanti ancora molto. Voglio solo farmi l’automarketta dicendovi che ho pubblicato un libro, in realtà “un oggetto saggistico non meglio identificato” solo in formato elettronico al costo di 99 centesimi (sono circa 50mila battute spazi inclusi, vale a dire quasi trenta cartelle) intitolato Non-luogo di Apple. Il tema lo potete scoprire facilmente da soli: i negozi di Apple sono il più sofisticato tra i prodotti ideati da Steve Jobs. Rispondono a uno specifico bisogno e sono molto, molto ben fatti. Se volete rischiare, la spesa è oggettivamente poca (e i possibili guadagni per il sottoscritto, francamente irrisori).

Aggiungo, visto che finora ho trattato letteratura minore, un saggio che ho preso un po’ di tempo fa. The Ten Cent Plague, in inglese, è di David Hajdu e racconta la storia di come i comic books abbiano fatto molta, moltissima paura negli Stati Uniti di prima della guerra e poi abbiano cambiato per sempre quel paese (e non solo).

Infine, concludo con Miele di Ian McEwan. In un mondo di autori post-moderni che scrivono cose che poi non si sa mai dove vanno a parare, McEwan ha creato un universo coerente e ha dato un senso alla storia che voleva raccontare. C’è un inizio, uno svolgimento e una fine. Tanta avventura e soprattutto una storia che vale la pena di leggere. Davvero.

Antonio Dini

Giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. Scrive di tecnologia e ama volare, se deve anche in economica. Ha un blog dal 2002: Il Posto di Antonio