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  • Giovedì 28 marzo 2024

Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino

È tra gli stilisti più famosi al mondo dopo aver rivoluzionato Gucci: ora prende il posto di Pierpaolo Piccioli

Alessandro Michele a Los Angeles, Stati Uniti, nel 2019
(Emma McIntyre/Getty Images for LACMA)
Alessandro Michele a Los Angeles, Stati Uniti, nel 2019 (Emma McIntyre/Getty Images for LACMA)
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L’azienda di moda italiana Valentino ha scelto Alessandro Michele come nuovo direttore creativo: entrerà in carica il 2 aprile. Michele, che è nato a Roma e ha 51 anni, prenderà il posto di Pierpaolo Piccioli, che venerdì 22 marzo aveva lasciato l’azienda che guidava dal 2008, fino al 2016 insieme alla co-direttrice creativa Maria Grazia Chiuri e poi da solo. La sua prima collezione per Valentino sarà quella per la primavera/estate 2025: sarà presentata alla Settimana della moda di Parigi, che si terrà dal 23 settembre al primo ottobre, e sarà probabilmente la più attesa della stagione.

Michele ha commentato la notizia con un comunicato in cui dice, tra le altre cose: «sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare ingresso in una Maison de Couture che ha inciso la parola “bellezza” in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia» e ha aggiunto che il lavoro dei fondatori del marchio, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, ha «sempre rappresentato per me una irrinunciabile fonte di ispirazione e a cui intendo rendere omaggio rileggendoli attraverso la mia visione creativa».

Michele è uno degli stilisti più famosi e apprezzati al mondo per essere stato il direttore creativo di Gucci (azienda fiorentina di proprietà del gruppo francese Kering) dal gennaio 2015 al novembre del 2022, quando venne sostituito con lo stilista Sabato De Sarno (che prima lavorava insieme a Piccioli da Valentino). Michele ha rivoluzionato Gucci – che sotto la direzione creativa di Tom Ford (1994-2004) era noto per i vestiti minimalisti ed estremamente sexy – con uno stile molto riconoscibile e massimalista, fatto di tantissimi richiami alla moda e all’arte del passato e di sovrapposizioni di opposti in sorprendente equilibrio e quasi al limite del kitsch. Contrariamente ai vestiti di Ford per Gucci, poi, i suoi erano pensati per essere indossati sia da uomini che da donne: anzi, spesso, i modelli sfilavano o posavano con abiti tradizionalmente femminili, in uno scardinamento delle convenzioni della moda.

Michele si è interessato sin da piccolo all’arte e alla moda e ha studiato costume design all’Accademia di costume e moda di Roma. Iniziò lavorando per il marchio italiano di maglieria Les Copains e poi passò all’azienda romana Fendi, allora diretta da Karl Lagerfeld e da Silvia Venturini Fendi, dove si era occupato soprattutto di prodotti in pelle. Nel 2002 Ford lo scelse per disegnare le borse di Gucci e nel 2011 entrò nel team dell’allora direttrice creativa Frida Giannini. Nel gennaio 2015, a pochi giorni dalla sfilata uomo autunno/inverno, Giannini lasciò il suo posto e il 21 gennaio Michele venne nominato nuovo direttore creativo di Gucci.

Due giorni prima c’era stata la sfilata maschile che, si racconta, venne realizzata da Michele in sette giorni, ribaltando completamente lo stile di Giannini, che aveva una visione della moda maschile molto tradizionale, quasi machista.

All’epoca Michele non era molto noto nemmeno tra i giornalisti di moda, era semplicemente una delle persone che facevano parte della squadra di Gucci messa in piedi da Ford. La scelta di puntare su di lui fu dell’allora amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, che lo notò e gli offrì di supervisionare tutte le collezioni, i prodotti accessori e l’immagine globale del marchio. In un mese Michele realizzò anche la sua prima collezione per la donna, presentata il 23 febbraio 2015: era la più attesa della Settimana della moda di Milano e superò le aspettative della critica, mostrando subito chiaramente cosa sarebbe diventata Gucci. Era piena di riferimenti – i Tudor, il barocco, gli insetti, i cantanti rock degli anni Settanta, l’archivio di Gucci – colori, stampe, fiocchi, ed era molto attenta agli accessori che, di solito, sono il prodotto che tiene economicamente in piedi le aziende di moda.

Michele divenne lo stilista del momento e così il suo stile. Dopo la sua nomina, Gucci registrò una crescita superiore al 35 per cento per cinque trimestri consecutivi; il primo trimestre del 2017 l’aumento dei ricavi fu del 51 per cento, la crescita più grande in 20 anni; nel 2019 il fatturato arrivò a 9,62 miliardi di euro. Come ha scritto l’autorevole sito di moda Business of Fashion (BoF), dal 2015 al 2019 i ricavi di Gucci sono quasi triplicati e i profitti quadruplicati, in un periodo di rapida espansione «senza precedenti nel settore moderno del lusso».

Dopo la crisi economica causata dalla pandemia, però, le vendite erano in calo e negli ultimi anni i risultati economici erano sempre sotto le aspettative: secondo molti critici lo stile di Michele aveva un po’ stancato ed era il momento di cambiare. Michele lasciò l’azienda alla fine del 2022.

Valentino è un’azienda di lusso italiana fondata nel 1960 da Valentino Garavani, che ne è stato il direttore creativo fino al 2007, quando lasciò il posto alla stilista Alessandra Facchinetti. Dopo una serie di passaggi di proprietà, nel 2012 la maggioranza di Valentino venne acquistata dal fondo qatariota Mayhoola per 700 milioni di euro. Nel luglio del 2023, il gruppo del lusso francese Kering – che possiede anche il marchio Gucci – ha acquisito il 30 per cento di Valentino per 1,7 miliardi di euro. L’acquisizione prevede che Kering possa ottenere il pieno controllo del capitale sociale di Valentino entro il 2028.